Regia di Riccardo Rodolfi, Alessandro Bergonzoni vedi scheda film
Alessandro Bergonzoni va in scena con un monologo surreale pienamente nel suo stile, in cui racconta di una strampalata opera da lui scritta nella quale si susseguono imprevisti, assurdità, incidenti di percorso e abitata da una serie di personaggi altamente improbabili.
Sul palco ci sono solo Alessandro Bergonzoni e una sorta di divano sul quale e attorno al quale l'attore si aggira meditando e rimuginando un monologo dei suoi, vale a dire a base di giochi di parole sorprendenti, esercizi linguistici, boutade apertamente comiche e repentini cambi semantici e in parallelo di direzione del racconto. Il tutto come se parlasse sempre tra sé e sé, come se stesse elaborando sul momento le sue idee, per cercare innanzitutto di fare chiarezza nella sua mente. La cosa più sorprendente in assoluto è che Predisporsi al micidiale, pur non avendo una trama nel vero senso della parola, arriva all'onorevole durata di quasi due ore: ma che Bergonzoni in scena sia una macchina, inarrestabile come la sua parlantina, ormai è un fatto assodato. E anche la presenza è sempre salda, consolidata da cambi di volume, tonalità, velocità nella voce, con un lavoro altrettanto studiato di quello sicuramente notevole effettuato sulle parole del testo. Predisporsi al micidiale è una conferma piacevole per chi già conosce il comico e autore bolognese, mentre chi non ha mai visto un suo spettacolo rimarrà abbagliato senz'altro dalla miriade di stimoli verbali e dal singolarissimo stile del protagonista all'interno della scena comica e teatrale italiana. 6,5/10.
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