Regia di Audrey Diwan vedi scheda film
Un film decisamente interessante, dove la protagonista (ma possiamo dire anche la premio Nobel Ernaux) si sono messe a nudo, in una prova molto convincente.
Una specie di tempesta perfetta: una bella ragazza un tantino leggera (ma forse è esagerato dirle così), ignara dei fatti della vita e del sesso, assieme allla sua propensione ad accoppiarsi senza grandi pensieri, con una totale ignoranza sulla contraccezione, in una Francia anni ’60 dove abortire ti portava dritto in galera, senza passare per il via, tu, il medico, chiunque ti avesse aiutato o consigliato…tutti in prigione. Non è uno spoiler dire che la nostra protagonista (eccellente l’attrice, la Coppa Volpi a lei invece che alla Cruz non avrebbe scandalizzato), beh insomma la protagonista è incinta dal primo minuto del film. Il problema grosso è che lei vuole studiare, per poi diventare insegnante o scrittrice, e mettere al mondo in figlio, al tempo, voleva dire automaticamente fine dei sogni, casalinga e non rompere le scatole, pure. Il film si dipana seguendo dappresso la ragazza, molto dappresso, anche troppo, mentre il tempo passa e le settimane si accumulano, e cresce anche la sua disperazione nel non sapere che fare e come fare. Non aggiungo altro, il film va visto, è un buon film, soprattutto mentre ora alcune società primitive, nel mondo, stanno parlando di togliere il diritto all’aborto alle donne, o lo hanno proprio già fatto.
Il film è tratto da un libro, scritto dalla neo premio Nobel Ernaux, ed autobiografico. Ora, io non so se è tutto esatto e tutto autobiografico. Perché la premio Nobel non ci fa sta gran figura. Non so se fosse così bella, da giovane, ma se è tutto vero era bugiardella, ladruncola, brava a scuola ma un po’ oca nel resto. Una bella ragazza un tantino sgradevole, se si può dire. Saranno magari stati anche i tempi, dato che in una scena vediamo le due amiche un po’ perplesse mentre una terza fa vedere loro come si può raggiungere un orgasmo; oppure quando alla protagonista chiedono se le era piaciuto il rapporto foriero di gravidanza, lei dice “Boh, non saprei”, come se fosse una cosa un po’ strana che debba piacere. Per certo lei fa un po’ fatica a contenere la sua propensione ad accoppiarsi ma, come dire, quelli erano affari suoi, anche se malvisti dalle amiche e dalle compagne di collegio. La regista, che le sta sempre col fiato sul collo, la riprende in tutte le situazioni, tanto che la conosciamo bene ora per come mamma l’ha fatta, e non vengono risparmiate, se non nei dettagli, alcune scene un po’ forti in campo “medico”, diciamo così.
Il film vinse nel 2021 il Leone d’Oro a Venezia, migliore film. Non so se era il migliore del mazzo, c’erano per certo dei bei film, tipo Il collezionista di carte, Freaks out, E’ stata la mano di Dio…comunque ha vinto questo. Poi al cinema è passato piuttosto inosservato, incassi di nicchia per un classico film d’essai. Che ha un buon ritmo, però.
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