Regia di Roberto Natale vedi scheda film
Una ragazza, a furia di contestare l'autorità dei genitori, viene da essi rinchiusa in manicomio. Quando ne esce, per nulla cambiata, si unisce a un coetaneo altrettanto arrabbiato e disperato.
Dramma post-sessantottino di scarsa profondità psicologica, Il mio corpo con rabbia rappresenta l'unica regia mai effettuata da Roberto Natale, piuttosto attivo invece come sceneggiatore (quasi sempre di b-movies) fra la fine degli anni Cinquanta e la fine dei Settanta. Nonostante l'impianto visibilmente economico, la pellicola riesce a rendersi interessante per i suoi contenuti; ma la sceneggiatura firmata dal regista insieme ad Adriano (sic, non Adriana!) Asti, da un soggetto scritto da Natale e Delia La Bruna, non riesce mai a colpire nel segno, rimanendo un vago atto d'accusa generalizzato nei confronti della generazione del '68, dei giovani contestatori. Persone confuse, sia pure con le loro ragioni: ma queste ragioni non vengono mai chiaramente esplicitate nel film. Anche se il ruolo centrale è affidato alla semisconosciuta Antonia Santilli, nel cast compaiono nomi di qualche rilievo come quelli di Peter Lee Lawrence, Silvano Tranquilli e, in una particina, Massimo Girotti. Peccato che il regista non ci abbia riprovato: dopo un'opera prima simile, sia pure giri a vuoto, con un minimo di budget in più ci si sarebbe anche potuto aspettare un salto di qualità. 2,5/10.
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