Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - CONCORSO - PALMA D'ORO
Un incidente di macchina dovuto ad una imprudenza.
Un minore ferito alla testa.
Una placca in titanio gli viene applicata senza poter sapere che esiti potrà avere sul suo futuro.
Più avanti incontriamo una spogliarellista androgina che manifesta istinti aggressivi fino a divenire un'assassina seriale.
Intanto un vigile del fuoco disperato per la scomparsa del figlio e per questo dipendente dall'uso di stupefacenti, crede di riconoscere in quello che gli viene presentato come un ragazzo, il figlio scomparso.
Ma nulla è come sembra, e quel figlio tanto atteso in realtà si appresta a mettere al mondo una nuova creatura non proprio umana.
Dalla regista belga dell'efferato e scioccante, ma anche intrigante Raw, ovvero Julia Ducournau, Titane si rivela una macchina di sadismo ed esasperazione costruiti scientemente ed accuratamente a puro scopo auto-celebrativo, in cui esaltazione e desiderio di creare sconcerto e situazioni da colpo allo stomaco, finiscono per motivare scelte narrative di fatto esasperate e davvero poco plausibili, se non proprio inverosimili ed assurde.
Il tutto centellinando ironia ed anzi procedendo con la convinzione di poter portare sino all'assurdo una storia che non fa che sbandare fino ad un finale goffo e sospeso che lascia interdetti.
Bravi certo, ma senza riuscire a rendere accettabile l'insolente e disonesto risultato finale dello snervante intrigo dai risultati compiaciuti e barbari, sia il ruvido e muscolare Vincent Lindon, sia l'inquietante bellezza androgina di Agathe Rousselle.
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