Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
Dopo un incidente, una donna cresce in simbiosi con una automobile, tanto da diventare una spogliarellista, che si esibisce nei locali su una auto.
Un giorno ha un rapporto sessuale con la automobile che la ingravida, dopo parecchi mesi ritrova il padre che si prende cura di lei.
In pratica è questa la trama di Titane, opera seconda di Julia Doucornau che ha vinto la palma d'oro a Cannes.
Potrebbe sembrare un film noioso e pretenzioso ma non lo è, la sua staticità ha un suo perché evidenziato dalla psicologia della protagonista che uccide a sangue freddo.
Il film decolla quando ritrova il padre che si prende cura di lei, sottolineando l'umanità della protagonista e riuscendo nella quasi impossibile empatia con il pubblico.
Un film difficile, complesso ma capace di sorprendere e inquietare allo stesso tempo.
Sono pochi i film fuori dagli schemi, e quei pochi film bisogna tenerseli stretti perché hanno tanto da dire.
Un horror meccanico capace di inquietare, diretto da una donna che sa benissimo come imbastire una storia e donarla al pubblico.
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