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Titane

Regia di Julia Ducournau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Titane

di axe
5 stelle

Alexia, da bambina, rimane vittima di un incidente stradale, peraltro causato da lei stessa. Le viene impiantata una protesi in titanio nel cranio; ai genitori è raccomandato di aver cura della sua salute neurologica. Molti anni dopo, Alexia è una ballerina. Si esibisce, svogliatamente, sui confani di vetture fuoriserie esposte in un locale. Uccide con uno spillone fermacapelli tutti quelli che tentano approcci sessuali con lei; dopo aver realizzato una strage, essendo ormai noto il suo identikit, sceglie di far perdere le proprie tracce acconciandosi da uomo e fingendosi Adrien, un ragazzo scomparso del quale erano in atto da anni le ricerche. Alexia fa in modo di essere congiunta a Vincent, padre di Adrien, il quale comprende ben presto che ... qualcosa, nel giovane ... non va. Ha infine la conferma della vera natura di Alexia, la quale è incinta; qualcosa di non del tutto umano sta crescendo in lei. "Titane", film vincitore di diversi riconoscimenti tra il 2021 ed il 2022, è un horror diretto dalla giovane regista francese Julia Ducournau. Il primo dettaglio destinato inevitabilmente a colpire lo spettatore è il suo alto numero di sequenze raccapriccianti. Alexia, da quando ha la protesi installata, sviluppa un rapporto "morboso" con i veicoli; in età matura la vediamo avere un rapporto sessuale con una berlina di lusso e rimanere ingravidata da essa. Nonostante tentativi di aborto, la pancia le cresce liberando un liquido somigliante ad olio-motore; tenta poi di nascondere il suo essere donna comprimendo le forme e deturpandosi il volto. Il padre adottivo, Vincent, nell'epilogo, assiste la singolare madre in un tormentato parto, accogliendo nel mondo un bambino dallo scheletro in titanio, mentre Alexia, devastata definitivamente nel corpo, dall'evento, spira. Vincent, a sua volta, s'infligge dolorose punture sui glutei, sfibrando il fisico in lunghe attività ginniche, nel vano tentativo di proteggere il corpo dall'invecchiamento. La regista intende conferire a tutto ciò una valenza simbolica, ponendosi nel solco tracciato da altri autori. Viene in mente David Cronenberg, con i suoi "Crash" e "La Mosca", opere di forte impatto e ricche di significato. Resa insensibile ai rapporti con altri esseri umani, a causa di genitori assenti, inevitabili difficoltà legate alla presenza dell'impianto nel cranio, nonchè una qualche imprevedibile reazione ad essa, l'essere considerata solo per il suo corpo, sviluppa affinità (come vediamo, ricambiato) con le macchine - simbolo di fredda perfezione creata per essere a servizio del manchevole uomo - condividendo con esse parte della "componentistica"; la sua umanità, già annichilita dalla violenza con la quale uccide, è ulterioriormente compressa dall'indefinitezza del suo sesso, la quale raggiunge l'apice nelle fasi del travisamento. Una personalità altrettanto indefinita è quella di Vincent, uomo impegnato in un'inutile battaglia contro la vecchiaia, comandante / "capo tribale" di una squadra di giovani pompieri, che tratta come figli e sudditi. Padre, padrone, madre, nonno, Vincent comprende ed accetta l'incredibile natura di Alexia, consentendo di trovare un qualcosa di positivo nel tragico epilogo. Il fuoco è un altro elemento ricorrente; assurge a simbolo di violenta purificazione. Il "coraggio" della regista è premiato da un buon risultato ? A mio parere, non del tutto. Pur comprendendo, almeno in parte, la simbologia, devo ammettere che alcuni dettagli mi hanno lasciato interdetto, anche per come sono stati realizzati. Il "rapporto sessuale" con la vettura è di una tale assurdità da apparire, involontariamente, comico. Il comportamento di Vincent e del suo "clan" di vigili del fuoco non ha alcun legame con la realtà. La colonna sonora è spiazzante; si passa da un noto brano di Caterina Caselli lanciato a tutto volume durante un massacro, ad ossessive sonorità techno e industrial riprodotte durante moderne "feste intorno al fuoco" della tribù di pompieri. Rispetto alla portata espressiva dei simboli e concetti espressi, alcune sequenze sono molto disturbanti, fine a loro stesse, inutilmente prolungate, quasi a voler infliggere allo spettatore gli stessi tormenti patiti dai personaggi. Valida la recitazione; Agathe Rousselle, alla sua prima prova in un lungometraggio, è in un ruolo molto difficile, che sostiene con dignità. Il "veterano" Vincent Lindon interpreta il padre acquisito di Alexia. Il ritmo del racconto è irregolare; la fotografia, nervosa, tende a colori scuri, seppur vivaci. Ho trovato il film sgradevole; immagino che l'intento di "sconvolgere" sia voluto dalla regista; ma ritengo che essa vada oltre gli intenti, non legando alle sue scelte stilistiche significati di particolare pregnanza o innovatività.

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