Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
Irritante, anche disgustoso e non certo per la violenza e il sesso che mostra. E' marcio fino al midollo! Come abbia fatto a vincere a Cannes e addirittura essere candidato all'Oscar resta un mistero. Ma neanche troppo in fondo. Per quanto mi riguarda il mondo è sottosopra.
Una ragazzina subisce un incidente stradale, si salva dopo un'operazione in testa dove le viene impiantata una placca di titanio. Alexia crescerà scopandosi le automobili, divenendo killer, uccidendo gli umani, i propri genitori e in stato di gravidanza, fugge, si traveste da uomo e trova lavoro da pompieri che l'accetteranno per quello che è, scoperto il tutto. Il capo pompiere, diverrà il suo nuovo padre e si prenderà cura del figlio che partorirà ...
Sulla carta pare interessante, ma neanche tanto. Lo si paragona a Cronenberg, a Crash, ma l'impatto che vorrebbe avere è nullo. Fastidioso per quanto piegato a certe regole, politicamente corretto, schiavo, fluido. Disgustoso, per quel finale, per quell'accettazione.
Ci sono due punti di riflessione, da parte mia, per i premi ricevuti, del clamore suscitato: i critici si sentono in debito con certo cinema del passato ignorato ingiustamente, e mentre Cronenberg, Lynch,Tsukamoto, Miike, ma anche Romero, Carpenter, scrivevano certa storia del cinema, loro, i critici, li snobbavano, li stroncavano. Solo dopo il 2000 vennero accetttati e acclamati. Gente come Jorg Buttgereit, relegati ieri a qualche festival di provincia, oggi cosa avrebbero vinto?
Oppure attualmente è tutto così marcio da essere pilotata la cultura, da spingerla verso il "nuovo mondo" reclutando nuovi e vecchi convertiti (perchè ci sono) alla nuova religione?
Magari sono due considerazioni errate o magari giuste entrambi, chissà.
Ma Julia Ducournau col suo crash non ha il rumore di Cronenberg, come il Titanio non è duro come l'acciaio, il Tetsuo, di Tsukamoto.
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