Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
La prima cosa da dire è che le cinematografie belghe o francesi, hanno coraggio, osano, spesso non gli importa di rischiare il ridicolo o il pornografico, e spesso vincono. Roba che il nostro Cinema se la sogna. Detto questo, "Titane" rientra in questa categoria di estremizzazione d'autore, chiamiamola così, e vince addirittura Cannes, ma, pur essendo io abituato a tutto, non se ne capisce il motivo. Il film è sconclusionato, pretestuoso e il suo grottesco sfocia proprio nel ridicolo. Una protagonista che definire psicopatica è farle un complimento, s'ingravida dopo un rapporto con un'autombile, giuro, e finisce per vagare ammazzando, non si sa bene perché, ma finisce fra le braccia sicure di un pompiere eroinomane, alla disperata ricerca di suo figlio. Wow. Tutto questo delirio è infarcito di effetti visivi, belle musiche (gli Zombies non li ascoltavo da quel gioiellino sottovalutato che è "Dear Wendy"), trash, olio di motore, tette, stoccate lesbo, machismi e solitudine. Troppo, troppo, troppo. Un minestrone condito con Abel Ferrara e Cronenberg, che si sfalda sotto una non trama e un percorso sconnesso. Bravi gli attori, niente da dire, che paiono credere in questo horror-melò senza capo né coda.
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