Trama
Londra, 1987. Philip è un famoso scrittore americano che vive in esilio a Londra. La sua amante gli fa regolarmente visita nel suo ufficio, diventato un rifugio per i due innamorati. Qui, fanno l'amore, litigano, si riconciliano e parlano per ore delle donne che hanno segnato la vita di lui, di sesso, di antisemitismo, di letteratura e del rimanere fedeli a se stessi.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Deception [il titolo del romanzo originale di Roth, Ndr] è una professione di fede. Credo nell'intreccio tra arte e vita. Penso che l'arte non abbia valore se non contiene vita viva e che la vita non abbia senso se non ci sia l'arte a portarci sollievo. Credo anche nel gioco dello scrittore che scompare dietro le sue maschere. Da spettatore, ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il cinema "realista" e con tutto ciò che rinchiude la gente in una sorta di camicia di forza sociale. Deception è un concentrato della mia posizione. In quel paradiso che è l'ufficio dello scrittore, tutti i personaggi possono reclamare la loro libertà e rifiutare di essere rinchiusi in una scatola. Hanno scelto la libertà.
L'ufficio è il cuore del film. C'era però una difficoltà da superare rispetto al romanzo di Roth da cui il film è tratto: come mettere in scena i frammenti di dialogo senza annoiare lo spettatore? Come far sì che il testo, che sembra circolare, diventi un romanzo, si accenda e dia un peso a ogni parola? L'adattamento ha richiesto un grande sforzo che mi è costato fatica ma che mi ha deliziato. Come dice il giovane esiliato ceco, nessuno dei personaggi di Deception è al suo posto. Né gli esuli cechi né l'amante inglese con il suo triste matrimonio. Nemmeno Rosalie nel suo ospedale. L'unico che ha trovato il suo posto è lo scrittore, nel suo ufficio, quando scrive o ascolta... Ma questo posto ha il suo prezzo: la solitudine e una certa austerità. Deception racconta di persone che si sentono fuori posto, lo scrittore le ascolta e ne trascrive le parole.
Il mio film è ambientato negli anni Ottanta in Inghilterra ed è girato in francese. Inizia in un teatro ma poi si sposta in ambienti naturali di diversi paesi, come se volessi invitare tutti ad attraversare metaforicamente i confini. Il testo originale è un elogio all'esilio e in esso ho ritrovato la mia fascinazione per l'Europa orientale. Sono cresciuto in un Europa spaccata in due dalla Cortina di Ferro e non la voglio dimenticare. Viviamo tutti in mondi molto diversi e separati. Ma, alle volte, possiamo scappare e spostarci da un mondo all'altro! Il mondo di oggi non è diviso in due parti ma in mille: uomini e donne, ricchi e poveri, ebrei e non ebrei, dittature e paesi liberali... Lo studio dello scrittore è l'utopia della psicoanalisi: saper catturare se stessi ovunque si viva. Philip ha scelto il suo esilio, lo loda, mentre gli altri personaggi, in esilio dalla loro patria o da se stessi, lo vivono con sofferenza. Quando parliamo e dissimuliamo non facciamo altro che spostarci tra due mondi, quello in cui viviamo e quello a cui aspiriamo.
Nel mio film, come nel romanzo, le donne sono le regine. Roth ha prestato attenzione alla voce di ogni personaggio femminile. Dove altri avrebbero chiesto alla donna di dimostrare la sua eccellenza, Philip accoglie ogni parola della sua amante come qualcosa di prezioso".
Note
Adattamento dell'omonimo romanzo autobiografico di Philip Roth.
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
Solo nella parte finale "Tromperie" ha un sussulto narrativo : quando insinua l'idea che forse la bella amante di Philip è solo il frutto della sua immaginazione di scrittore. Per il resto, il film si appiattisce intorno a fiumi di parole che hanno di interessante solo il fatto di rifarsi alla penna sapiente di Philip Roth. Ma davvero non basta.
commento di Peppe ComuneIn mezzo ad un profluvio di chiacchiere ogni tanto qualche dialogo interessante. Ma è davvero troppo poco e soprattutto non ne vale la pena. Adatto au logorroici.
commento di bombo1Parole e verbosita' assoluta,mette alla prova la sopportazione dello spettatore su un film che ruota su tre donne e uno scittore,l'unica che scopa e' la Seydoux ma il sesso rimane freddo e incolore.Fate un po' voi...
commento di ezio1987. Il noto scrittore Philip e la sua amante si incontrano regolarmente nell’ufficio londinese di lui, nel quale le occasionali scopate si alternano a interminabili chiacchiere che mettono a durissima prova i nervi dello spettatore. Dopo I fantasmi d'Ismael, Desplechin si conferma autore sopravvalutato e velleitario.
commento di barabbovichFilm pallosissimo ! Una marea di chiacchiere ... Solo un lampo grazie al corpo nudo, in piedi, di Lea Seydoux. Per il resto, gran perdita di tempo.
commento di bobinoDesplechin è, fra i registi francesi contemporanei, quello che mi affascina maggiormente, poiché riconosco in lui, forse in maggiore misura rispetto ad altri, l’inconfondibile talento di un grande creatore di atmosfere inquietanti e spesso conturbanti, che riescono a coinvolgere gli spettatori per l’intero tempo del film.
leggi la recensione completa di laulillaFilm troppo parlato. Ma non sarebbe un problema, se avesse qualcosa da dire.
commento di mitzicat