Regia di Sarah Adina Smith vedi scheda film
La visione, fino alla fine, alimenta un dubbio: sono diventato rimbambito o è il film che è una cloaca? Poi l'epilogo scioglie il dilemma: la seconda che hai detto, come direbbe Quelo. La pellicola è fumosa, inconsistente, senza nerbo, la vicenda sussulta, si trascina, si arrabatta, zigzaga, fornisce spunti che poi non risolve, vaga incerta verso la fine come cercando un'ispirazione per uscire di scena in modo dignitoso. Ma non ci riesce. La scelta della protagonista non sembra sia stata una decisione indovinata, mentre se la cava meglio la deuteragonista, Kristine Froseth. In questo frangente gli esperti di cinema cavano dal cilindro espressioni come "young adult" o "coming of age", ma lo sfoggio di questi espedienti disperati non serve a risollevare le sorti della pellicola. Ho la sensazione di sapere quale è il vero motivo alla base di questa mollezza, di questa evanescenza, di questa inconsistenza, ma è decisamente meglio tacerlo in questa sede, aujourd'hui certe cose non si possono più dire.
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