Regia di Antonio D'Agostino vedi scheda film
Tra le prime frenetiche produzioni (no budget) hard italiane, "Il grande momento" consolida Richard Bennet (pseudonimo di Antonio D'Agostino) tra i pionieri del cinema per adulti. Anche se parlare di film, almeno in questa occasione, è forse retorico essendo il prodotto un insieme di accoppiamenti sessuali privi di trama, stile e senso.
A piedi lungo la strada, Sebastiana (Laura Levi) accetta di buon grado un passaggio offerto da uno sconosciuto automobilista (Paolo Gramignano), senza immaginare di finire sotto le sue morbose attenzioni. Attenzioni interrotte unicamente dall'arrivo di tre teppisti il cui volto è celato dietro a caschi da motociclista. Violentata dai tre ignoti, viene notata da una coppietta che sta passeggiando nella zona. Mentre il ragazzo (Riccardo Zamagni) fugge impaurito, la giovane (Sabrina Mastrolerenzi) osserva incuriosita.
Nel 1982, lo stesso anno in cui realizza Bathman dal pianeta Eros, Antonio D'Agostino è ormai determinato a perseverare nel campo dell'hard, probabilmente spinto da facili guadagni, dando vita a una discreta (per quantità) serie di film. Questo, in particolare, noto anche con il titolo alternativo di Sebastiana, non ha alcuna trama e pare essere stato realizzato a tempo di record essendo nel complesso una serie di scene esplicite girate senza stacchi, ambientato in due o tre location (tra le quali un bosco). In sottofondo si percepiscono colonne sonore piratate (sembrano arrivare da una stanza accanto, per quanto in lontananza) in prevalenza opera di Continiello (il solito motivo principale di Malizia erotica intercalato a Voglia di donna). Da Cavallone e il suo Nano erotico (girato sempre nel 1982), D'Agostino preleva non solo parte della soundtrack ma anche Sabrina Mastrolorenzi, ovvero l'attrice principale - qui disinibita che più non si può - mentre si diletta con tutto quel che gli capita a tiro: uomini, donne, manubri di bicicletta e compositi godemiché (utilizzati in un rapporto a tre che mostra quanto sia sfrenata la fantasia femminile, tanto da riuscire a porre in essere una quasi impossibile tripla penetrazione tra donne). I set sono poverissimi, gli attori e le attrici occasionali macchine da performance porno e i dialoghi non paiono essere pervenuti (salvo parolacce e volgarità adatte all'insieme).
L'esordio nel mondo delle luci rosse, con lo pseudonimo di Richard Bennet, Antonio D'Agostino (classe 1938) lo intraprende quando mette mano a Fashion movie (1981). Prosegue con il citato (s)cult Bathman, opera in parte fedele a una (elementare) sceneggiatura e, per quanto povera, ancora accostabile alla forma cinematografica di film. Da lì in poi, ossia con Triangolo erotico e Il grande momento, D'Agostino tratta la materia senza più arte né parte. Tra il 1985 e il 1986 il regista tenta, fallendo, la via del documentario con due inguardabili soft interpretati da attori porno (Impariamo ad amarci: guida all'educazione sessuale e Noi e l'amore - comportamento sessuale variante). Lo scarso risultato lo convince a tornare verso il più redditizio cinema esplicito, cercando di sfruttare produzioni estere inedite, ossia fondando la "Video '80", una delle prime label assieme alla "Edizioni Tropici" che si occupa di importare per il mercato delle videocassette film hard internazionali in Italia. Mette quindi mano a un'altra manciata di pellicole porno contraddistinte dalle nuove leve dell'hard (tra gli attori anche Rocco Siffredi), sino al ritiro dalla scena che avviene nel lontano 1995, quando ormai le vhs stanno per essere soppiantate dai dvd. Quattordici anni di attività che devono avergli garantito una buona pensione. Anche se il contributo dato alla storia del cinema, eccezion fatta per il semplice dato statistico d'essere stato tra i primi a trattare la materia, appare decisamente trascurabile.
"Il sesso sta alla radice della vita, e non potremo mai imparare a rispettare profondamente la vita fino a che non sapremo comprendere il sesso." (Havelock Ellis)
F.P. 16/01/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 89'45")
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