La recensione su Hacksaw

di undying

2 stelle

Tra i primi horror indie del 2021, Hacksaw preannuncia l'entrata in scena del solito esordiente americano "tuttofare" (sceneggiatura, produzione, regia, fotografia), privo di mezzi e senza idee. Due o tre effettacci splatter non contribuiscono a rendere più interessante il film.

Thomas (Brian Patrick Butler) e Ashley (Amy Cay), mentre sono in viaggio in auto per raggiungere i familiari, ascoltano alla radio la storia di un vecchio ospedale abbandonato che, secondo una macabra leggenda, in passato sarebbe stato al centro di una serie di crimini (oltre 300 omicidi), commessi dal serial killer Ed "Hacksaw" Crowe. Passando proprio di fronte all'edificio - che rimane lungo il tragitto del percorso - Thomas decide di fermarsi per poi entrare, senza immaginare che Ed Crowe esiste veramente ed è ancora all'interno della decadente struttura.

Tra i primi horror indie del 2021, Hacksaw rappresenta l'ennesimo tentativo d'esordio. Il megalomane di turno, tale Anthony Leone (classe 1982), firma nientemeno che sceneggiatura, regia, produzione e fotografia. E in ogni campo riesce a dare il peggio del peggio. A cominciare da una storia che non regge (perché entrare in un edificio abbandonato, opportunamente delimitato negli accessi? Come è possibile che il serial killer sia ancora lì dentro?), proseguendo poi con una regia disastrosa - che simula il terribile sottogenere mockumentary o found footage - finendo con una fotografia che riesce nell'impossibile impresa di rendere oscuro (spesso completamente nero) l'intero schermo, senza che sia minimamente comprensibile quel che accade. Quando la luce è giusta, i movimenti rotatori e tarantolati della macchina da presa contribuiscono a creare un certo mal di mare. Gli intermezzi del giornalista televisivo, tale Max Hart, sono inguardabili e pur se il film dura poco, per 50 minuti abbondanti non accade nulla escluse le solite insopportabili riprese selfie della coppia. Si salvano i violentissimi spfx, quelli di apertura con una vagina trapanata e i restanti in chiusura con evidenza del seghetto elettrico che dà titolo a questa porcheria. Girato velocemente, senza mezzi e ancor meno idee, con poco originali ringraziamenti a Tobe Hooper nei titoli di coda (identici a quelli di testa), questo esordio americano promette ben poco di buono in campo horror per l'anno appena iniziato. Cameo della scream queen (e mediocre attrice, coinvolta in brutti film di genere) Sadie Katz, che presta la voce alla speaker radiofonica. D'altra parte non c'era la possibilità di ingaggiarla come comparsa, probabilmente per questioni economiche.