La recensione su Bliss

La vita di Greg sta andando a rotoli. Traumatizzato da un divorzio difficile, non è più molto presente a sè stesso, e pertanto non ha un buon rendimento sul posto di lavoro. Bjork, il suo capo, sceglie di licenziarlo; inavvertitamente, Greg ne causa una brutta caduta, uccidendolo. Sconvolto, nasconde il cadavere e si reca in un fast-food, ove incontra una donna misteriosa, Isabel, la quale mostra di sapere molte cose di lui, e tenta di convincerlo che il mondo che lo circonda sia una finzione. Greg, inizialmente, non crede alle parole di Isabel; ma la scoperta del possesso di alcuni misteriosi poteri lo convince che un fondo di verità c'è. Mike Cahill dirige un film di fantascienza chiaramento ispirato alla saga di "Matrix". Greg ed Isabel, insieme ad altri personaggi, sono in realtà cavie di un esperimento avviato dalla stessa donna, una scienziata, legato allo studio di realtà alternative. Alcuni uomini e donne sono stati collegati ad un elaboratore che li induce a credere di vivere in un mondo diverso; chi acquista la consapevolezza di ciò, può, controllare con la propria volontà la fisica di quella realtà. Come prevedibile, però, le cose non vanno come previsto. Elementi del mondo "artificiale" si presentano in quello "reale"; se Isabel ha (o sembra avere) piena consapevolezza di ciò che appartiene all'uno o all'altro, Greg ha quasi completamente dimenticato uno dei due. Pertanto, benchè abbia un legame sentimentale con Isabel, si sente un estraneo nell'ambiente della donna, e - affezionato ad una "figlia" che ha nel mondo virtuale - sceglierà di tornare a quello che ormai è il suo ambiente. Il regista gioca sul contrasto tra i due mondi. Pulsante di sentimenti ed emozioni - ed in questo più simile alla nostra contemporaneità - il primo che ci mostra, la realtà generata dalla macchina; "eterea" quella che ci è presentata come reale. Qui gli abitanti, o i loro ologrammi, vivono in apparente armonia tra loro, liberi dagli obblighi del lavoro e dai mali dell'inquinamento. Ai nostri occhi, è questo mondo ad apparire falso, artificiale, irreale. Le premesse e lo sviluppo della trama di quest'opera sono interessanti - benchè non originali - ma, verso l'epilogo, l'impianto del film sembra cedere. Come possono elementi di una realtà fondersi con quelli di un'illusione, non solo di fronte agli occhi dei partecipanti all'esperimento, ma di tutti gli esseri umani "in carne ed ossa" ? Dovremmo forse ipotizzare che le due realtà esistano e camminino parallele su un pianbo materiale ? Non è chiaro. Al di là di ciò, il film non lascia spazio a colpi di scena nella parte finale. La scelta di Greg è la più umana. Preferisce vivere nella realtà che gli è sempre appartenuta, dove condivide anni di ricordi con una figlia che - riamata - lo ama, abbandonando un mondo di cui non ricorda nulla ed una donna che, di fatto, conosce appena - e non è un'ottima conoscenza, Isabel è un personaggio instabile ed eccessivamente emotivo, immagino in conseguenza dello "sballottamento" dimensionale e del tantissimo tempo libero - e vuoto - a disposizione nella sua realtà. La donna è discretamente interpretata da Salma Hayek. Un Owen Wilson un po' fuori ruolo è Greg. Interessante l'idea di collocare i due personaggi, nel momento in cui sono consapevoli di vivere in una realtà illusoria, ai margini della relativa società; vivono come clochard lungo la riva di un canale, liberi da convenzioni e pregiudizi di un mondo che sanno essere falso. Il ritmo del film è altalenante. Mi sento di dare un giudizio non positivo; l'idea è buona, ma sembra pian piano sfuggire di mano al suo ideatore.