Regia di Nattawut Poonpiriya vedi scheda film
UDINE FAR EAST FILM FESTIVAL 24
Boss, un barista thailandese stabilitosi a New York, viene richiamato in patria dalla richiesta di aiuto del suo migliore amico Aood: il giovane è purtroppo affetto da una leucemia che non gli lascia scampo e gli chiede di accompagnarlo in auto in un viaggio attraverso la Thailandia per salutare per l'ultima volta le sue ex fidanzate e restituire a ciascuna un oggetto di sua proprietà.
Gli incontri con le ragazze, non sempre facili anzi spesso emotivamente accidentati, hanno ognuno la sua originalità perché diverso è lo stato d'animo con cui ciascuna ex sceglie di approcciare o non approcciare il saluto al vecchio amore, della cui malattia terminale rimangono comunque inconsapevoli.
Dopo ogni incontro Aood elimina il numero della ex dalla sua rubrica , da cui ha già espunto le persone salutate telefonicamente, finché non rimane solo il contatto dell'amico accompagnatore.
Allora, a conclusione del viaggio, si fa portare nel resort di Pattaya di proprietà della famiglia di Boss per l'ultima restituzione, che riguarda proprio il loro rapporto di amicizia e un segreto finora celato che si frappone tra i due amici fraterni e di cui il barista è completamente all'oscuro.
Prodotto nientemeno che da Wong Kar Wai, il film del thailandese Baz Poonpiriya è un road movie del cuore e dell'emozione, che sa toccare le corde giuste per scaldare il pubblico commosso e plaudente del Far East Film Festival di Udine. La mano del suo illustre produttore si vede nell'impronta stilistica del film, molto curata nel dettaglio, dalla scelta delle canzoni incise sulle cassette lasciate dal defunto padre DJ radiofonico (ascoltiamo tra le altre Tiny Dancer di Elton John e Father & Son di Cat Stevens), alla fotografia patinata, alle ironiche citazioni cinefile (le colombe di John Woo!). Il film cerca di bilanciare tocchi autoriali, dovuti con ogni probabilità al suo produttore, con la ricerca esplicita di un appeal commerciale presso il grande pubblico, anche tramite l'utilizzo di belle e patinate star della musica thailandese nel cast.
Seppur affronti il tema ad alto tasso di commozione della malattia incurabile, One For the Road non ne abusa per suscitare la lacrima facile, ma piuttosto lo utilizza come spunto per il bilancio dell'esistenza che Aood è prematuramente obbligato a fare, mettendo a posto la coscienza e chiarendo i non-detto e anche sapendo domandare perdono per i propri errori nei confronti di amori e amico.
L'ultima parte, in cui Boss da semplice accompagnatore diviene parte integrante della storia (narrata in parte attraverso i flashback che riproducono il racconto dell'amico), è direi la meno a fuoco della pellicola, che non beneficia del cambio di direzione e di asse narrativo da un protagonista all'altro, con il grande amore di Boss ora al centro della storia , che ha l'effetto di sovraccaricare la narrazione.
Tuttavia quello di Baz Poonpiriya resta nel complesso un film riuscito, in grado di colpire il cuore nel segno dell'intrattenimento emozionante e ben fatto.
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