Regia di Alper Mestçi vedi scheda film
Quinto capitolo della serie turca "Tre lettere" iniziata nel 2010 da Arkin Aktaç con Harfliler: Marid, in linea con i suoi predecessori. Tradimento, vendetta e riti occulti di magia rossa, causa di manifestazioni agghiaccianti di spettri dei viventi. Notevole l'accorgimento sonoro, con turbanti effetti di sottofondo (sussurri, gorgoglii e lamenti).
Colpito accidentalmente da una fucilata mentre è a caccia assieme all'amico Metin, Salih è costretto a vivere come invalido, con i proiettili conficcati nel cervello. Non è passato nemmeno un mese da quando è avvenuto il tragico incidente quando Metin abbandona la sua ragazza, Arzu, per mettersi assieme a Sermin, fidanzata di Salih. La madre di Salih lancia una maledizione - con pupazzi e fotografie in stile voodoo - sui tre ragazzi, ritenendoli responsabili per la pietosa condizione del figlio.
Quinto e ultimo, ad oggi, capitolo del ciclo di horror turchi definito "Tre lettere", iniziato nel 2010 con Harfliler: Marid nonché terzo scritto e diretto da Alper Mestçi. Ancora una volta la struttura segue una composizione classica, che contraddistingue l'intera serie: didascalia iniziale con riferimento ad avvenimenti realmente accaduti (probabilmente alla base sta un fatto di cronaca nera), tradimento dei migliori amici, intervento di un esperto di riti occulti (qui indicati come appartenenti alla magia rossa) e una valanga di apparizioni spettrali di viventi. Anche in questa circostanza, come accadeva nel precedente Üç Harfliler: Beddua, ognuno dei tre ragazzi presente sul luogo dell'incidente (che alla fine si scopre non essere casuale) è vittima di allucinazioni che si pongono a metà strada tra sogno e realtà. Metin, Arzu e Sermin - oltre a vivere un rapporto contrastato per via di una nuova relazione di coppia che si lascia alle spalle due tradimenti - sono così destinati ad apparire sottoforma di zombi l'uno all'altro, spesso in compagnia dell'invalido Salih.
Meno riuscito di Bedda, Üç Harfliler: Adak mantiene però una malsana e decadente astmosfera, dovuta principalmente alla discreta regia di Alper Mestçi e a una colonna sonora da incubo, nella quale un sinistro gorgoglio, quando non un vero e proprio barbugliare incomprensibile, accompagna in sottofondo i momenti topici. Interessanti anche le scenografie, con interni curati e resi di qualità grazie a tocchi di inatteso buongusto, tipo una stanza con quadri tra i quali risalta "Saturno e i suoi figli" di Francisco Goya.
Tre lettere, una parola: HORROR
- Üç Harfliler - Serie completa -
(Ordine cronologico)
1- Üç Harfliler: Marid (Arkin Aktaç, 2010)
2- Üç Harfliler 2: Hablis (AA.VV., 2015)
3- Üç Harfliler 3: Karabüyü (Alper Mestçi, 2016)
4- Üç Harfliler 4: Beddua (Alper Mestçi, 2018)
5- Üç Harfliler 5: Adak (Alper Mestçi, 2019)
"C’è un’apertura tra i due mondi: il mondo degli stregoni e quello degli uomini viventi. C’è un luogo dove i due mondi si incontrano: l’apertura è lì. Si apre e si chiude come una porta al vento." (Carlos Castañeda)
Trailer
Üç Harfliler: Adak (Alper Mestçi, 2019)
F.P. 07/01/2021 - Versione visionata in lingua turca (durata: 91'17")
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