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Metropolis

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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steno79

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La recensione su Metropolis

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Metropolis è uno di quei film su cui risulta difficile scrivere una recensione originale, perchè tutto è già stato detto, sia a favore che contro (ma principalmente a favore). Il film ha avuto un notevole impatto sulla fantascienza dei decenni a venire, nonchè sulla cultura popolare in genere (basti pensare al video di Radio Ga-ga dei Queen, ma anche a "Blade runner" di Ridley Scott), ma è oggetto di controversie fra i critici: una parte di essi lo ritiene un capolavoro "senza se e senza ma", altri gli rimproverano difetti soprattutto nella sceneggiatura (secondo Morandini "il contrasto fra la melensaggine mistica da romanzo d'appendice di Thea von Harbou che lo scrisse e la forza visionaria di suo marito Lang rimane irrisolto. Metropolis è un capolavoro di cinema decorativo, la messinscena di un delirio"). Indubbiamente, alcuni elementi narrativi possono risultare un pò datati, soprattutto l'idea che "la mano e il cervello possono essere riuniti soltanto dal cuore", che semplifica il conflitto fra il proletariato schiavizzato e il capitalismo tirannico e crudele, mentre funzionano molto meglio elementi narrativi di derivazione espressionista, come la lotta fra la dolce Maria e il suo "doppio", il robot creato dallo scienziato pazzo Rotwang. Anche nella recitazione si avverte qualche squilibrio: piuttosto enfatico l'attore Gustav Frohlich che interpreta il giovane eroe Freder, anche Brigitte Helm e Rudolph Kleine-Rogge tendono a caricare molto le rispettive interpretazioni in linea con i dettami del muto, ma la loro intensità è preferibile rispetto all'"overacting" di Frohlich e regge bene anche per gli standard odierni. Tuttavia, quello che rende il film eccezionale ancora oggi è la genialità delle invenzioni visive e scenografiche adottate dal regista: uno stile visivo che costruisce una città futuristica popolata da palazzi monumentali collegati fra di loro da un intrico di ponti e passaggi sopraelevati, contrapposti a un mondo sotterraneo dominato da macchinari giganteschi dove gli uomini si sentono alienati (sembra che Lang si avvalse di una tecnica messa a punto dal direttore della fotografia Eugen Schufftan in cui i modellini in miniatura erano fusi e mischiati con scenografie a grandezza naturale per creare un'illusione di grandezza e profondità). L'effetto visivo risulta volutamente abbacinante, con un'impressione di artificialità che si sposa benissimo all'idea di società totalitaria che sta alla base della trama. Fra le sequenze memorabili, da citare almeno la visione del Moloch che si nutre di carne umana, quella della Torre di Babele, il lavoro disumanizzante provato dal ricco Freder o la creazione del robot da parte di Rotwang, quest'ultima omaggiata da tantissime citazioni in altri film su scienziati pazzi come la saga di Frankenstein. Nel complesso, un'opera di impatto ancora molto forte a più di ottant'anni dalla sua uscita, dunque una pietra miliare nell'evoluzione del linguaggio cinematografico: da vedere preferibilmente nell'edizione integrale (disponibile su Youtube) di quasi due ore e mezza che reintegra molte sequenze assenti dalle copie che avevano sempre circolato, come l'evocazione di Hel, moglie di Joh Fredersen morta dando alla luce il figlio Freder e segretamente amata anche da Rotwang, oppure nuovi particolari nella scena ambientata nei giardini pensili di Metropolis o nel festino nel quartiere di Yoshiwara. Uno dei pochi film muti che, in virtù del suo estremo dinamismo, si fa apprezzare anche dal pubblico odierno non avvezzo a questo tipo di linguaggio. 

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Ultimi commenti

  1. jonas
    di jonas

    Il finale è indiscutibilmente semplicistico, ma questo è un film che riesce a farsi perdonare i suoi difetti: ha un tale fascino visivo che si è portati a sorvolare sulle imperfezioni della sceneggiatura. Di Lang, devo dirlo, preferisco il periodo americano: per me il suo migliore è La donna del ritratto.

  2. ed wood
    di ed wood

    un'opinione davvero preziosa, Steno...mi incuriosiscono le cose che hai scritto riguardo alla versione integrale...quella di 90 minuti risulta forse fin troppo sintetica e stringata...in particolare, la figura dell'imprenditore, della cui moglie nessuno sa nulla, rimane un po' troppo sfocata (si intuisce un atteggiamento molto protettivo nel confronti del figlio, ma il suo rapporto col genere femminile resta un mistero...mistero svelato, da quanto tu scrivi, nella versione integrale)...anche la visione del Moloch mi è parsa una sequenza un po' criptica, mentre invece ho trovato il momento più riuscito ed esaltante del film quello in cui il robot-Maria balla voluttuosamente, seminuda, facendo anche la danza del ventre di fronte agli esponenti del jet set metropolitano, che la squadrano con sguardo concupiscente, mentre il protagonista delira a letto...il montaggio ci presenta la sequenza in modo tale da suggerire quasi che la danza del robot-Maria sia in realtà una allucinazione perversa del ragazzo...poco prima, questi era svenuto dopo aver visto Maria (non sapendo che era un robot) abbracciata al padre...questi due momenti suggeriscono quasi una dimensione edipica (con Maria come madre putativa) che arricchirebbe il film di ulteriori sfumature...E' un film basato su un simbolismo esasperato, che potrebbe costituire un limite: è un film di idee e ideologie, piuttosto rigido e schematico, almeno nei presupposti (il copione di TVH)...poi Lang, che ha fondato la sua carriera sull'ambiguità fra Bene/Male, colpa/innocenza, volontà/controllo, riesce a ribaltare registicamente gli assunti teorici della moglie, però nonostante questo Metropolis resta un film di idee, simboli, concetti, più che di immagini e di poesia...non che questo sia necessariamente un limite, ma va detto per distinguerlo ad esempio dai film coevi dell'altro grande espressionista, Murnau, che invece superava schemi e idealismi vari per abbracciare in toto la sfuggente ambiguità e complessità dell'animo umano e del suo impulso maligno (vedi Nosferatu)...quello di Metropolis è un fascino esteriore, scenografico (resta Il film "distopico" per eccellenza, modello per non so quanti altri film, dagli anni 20 ad oggi)...Metropolis è come il robot-Maria: ci ammalia, ma ci imbroglia...eppure ha una forza visionaria inimitabile, coltiva il paradosso (le macchine schiavizzano l'uomo, ma sarà un'altra "macchina" a liberarli; la rivolta genere distruzione, ma anche purificazione, simboleggiata dall'acqua che allaga le strade; l'imprenditore fomenta la rivolta, in un incosciente impulso autodistruttivo, anzichè mantenere lo status quo), restituisce una gigantesca, potente allegoria della società capitalista...una saluto!

  3. Antisistema
    di Antisistema

    Ho trovato la fase centrale un po' invecchiata male con tutti quei riferimenti biblico-religiosi... il finale è oltremodo semplicistico, ok il figlio del proprietario dell'industria unisce proletariato e borghesia, però... si poteva fare di meglio.

    Non so se gli darei un 10... un capolavoro da 9 si. La battaglia sulla cattedrale omaggiata anche dal Batman di Burton..
    Comunque film influente sulla fantascienza. Blade Runner, Akira, Ghost in the Shell etc... gli devono molto.

  4. AndrewTelevision01
    di AndrewTelevision01

    Finalmente l'ho visto e posso dire che sono d'accordissimo con te! Metropolis è meraviglioso e merita la fama che ha anzi, forse anche di più.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie mille per il commento

    2. AndrewTelevision01
      di AndrewTelevision01

      Di nulla

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