Regia di Raúl Ruiz vedi scheda film
film difficile che richiede una minima conoscenza degli accadimenti cileni nei due anni precedenti il golpe del generale pinochet. se dal punto di vista del racconto si fa anche seguire degnamente, ingarbugliandosi e incupendosi negli ultimi trenta, quaranta minuti, carico di rimandi simbolici a ciò che stava accadendo nel paese e a ciò che stava minacciosamente ribollendo, la storia segue le avventure di tre amici che cercano costantemente senza riuscirvi di scrivere un racconto da mandare ad un concorso. bighellonano da un bar all'altro e da un appartamento ad un altro quasi senza sosta, interrompendo queste deleterie attività solo per recarsi al lavoro. in un clima di forte attività politica e di militanza, ci si alza più per routine che per sentimento all'inno trasmesso via radio, il film all'inizio ricorda un pò certo vitellonismo italiano del bel tempo che fu, coi tre amici che cercano di evitare come la peste un certo braulio, poeta ubriacone che cerca continuamente da bere e un alloggio dove passare le notti. per trasformarsi lentamente in un qualcosa di oscuro, strambo e minaccioso ma che nel frattempo rimane grottesco, impersonato dal cantante da bar che si rivelerà poi essere nient'altro che il demonio. gli attori sono tutti molto bravi e calati nel ruolo e nella recita. resta il fatto che raul ruiz per il sottoscritto rimane un autore oscuro e ostico.
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