Regia di Alberto De Martino vedi scheda film
Il titolo è quello di un film di guerra, l'ambientazione pure; l'azione, a dirla tutta, nemmeno manca. Ma in definitiva Dalle Ardenne all'inferno è un lavoretto di medio budget e minime pretese scritto e girato nel segno del filone più in voga in quel momento, cioè quello della grande rapina; tutt'altro che mal realizzato o carente di mezzi, ma fondamentalmente ingannevole. La pellicola consta comunque di un cast internazionale (sia pure di serie B, ma non disprezzabile) che comprende il francese Michel Constantin, il canadese John Ireland, gli italiani Daniela Bianchi e Adolfo Celi, il tedesco Curd Jurgens e il semiesordiente di origine ceca Frederick Stafford, che negli anni seguenti lascerà più volte qualche traccia del suo passaggio nel nostro cinema; c'è un regista ormai esperto di 'genere' come De Martino e ci sono Morricone a scrivere e Nicolai a dirigere la colonna sonora; c'è una sceneggiatura non esaltante, ma neppure disgraziata firmata dal regista, da Vincenzo Flamini e da Dino Verde. Il ritmo però a tratti vacilla e in un film che sfiora le due ore di durata, per di più di genere avventuroso, questo non è un piccolo difetto. 3/10.
Seconda guerra mondiale. Due americani riescono a evadere da un campo di concentramento e, con la complicità dell'insospettabile moglie di un ufficiale tedesco, si impadroniscono di documenti preziosi e diamanti di proprietà nemica. Ma ai due interessano solo i secondi.
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