Regia di Alper Mestçi vedi scheda film
Grazioso (e impressionante) horror turco che è un'esatta via di mezzo tra Aenigma (Lucio Fulci, 1987) e Nigthmare (Wes Craven, 1984).
Osmangazi, Bursa (Turchia). Ayla (Gizem Takma), Eda (Serife Ünsal) e Burku (Esma Soysal) sono tre giovani amiche sconvolte da un tragico incidente: assieme alla coetanea Melek (Beyzanur Mete), dopo essere giunte in prossimità di una casa che si dice maldetta, sono state vittima dell'aggressione di Havel (Nevin Efe), una vecchia strega che - secondo il detto popolare - pratica rituali occulti per riportare in vita i due figli piccoli persi a causa della tubercolosi. Melek ha subito un'offesa al cervello e, da allora, è rimasta paralizzata. A distanza di anni dal drammatico avvenimento, le tre ragazze vivono inquietanti esperienze, via di mezzo tra sogno e realtà. L'apparizione di Havel, sempre in coppia con Melek, terrorizza ciascuna di loro. I genitori di Melek decidono di rivolgersi ad un "guaritore", sorta di sciamano che identifica nella ragazza invalida una rancorosa necessità di vendetta. Perché e contro chi?
Se si vuole vedere un horror ben costruito, in grado di far trattenere il fiato per tutta la durata e sorprendere con un finale inatteso, occorre volgere lo sguardo verso cinematografie generalmente escluse dal circuito di distribuzione. Tipo questa produzione turca, che non avrebbe comunque mai avuto modo - Covid a parte - di raggiungere le nostre sale. L'evoluzione dell'ultimo anno impone di trovare vie alternative e, miracolosamente, dal circuito streaming fanno la comparsa anche piccole perle, tipo questo Beddua. E' cinema povero, girato in ambienti modesti, ma in grado di sorprendere per la cura del dettaglio, sia in termini tecnici (notevoli effetti speciali e agghiaccianti accompagnamenti sonori) che artistici. Il parco attrici (di una bellezza incantevole per chi apprezza le ragazze con capelli corvini) se la cava con gran classe. La fotografia è decisamente efficace e contribuisce parecchio a valorizzare, con tonalità verde, rosso e blu, la macabra atmosfera.
Va aggiunto che siamo di fronte ad un'opera di Alper Mestçi, cineasta turco sconosciuto in occidente ma dalla lunga e interessante attività, iniziata sin dal 2005, come sceneggiatore e regista. Beddua: The curse (Üç Harfliler: Beddua) rientra nel ciclo "Tre lettere", composto attualmente da un film precedente (Üç Harfliler: Karabüyü, 2016) e da uno successivo (Üç Harfliler: Adak, 2019). Mentre in mezzo Mestçi ha diretto ben sei film della serie Siccin ed è attualmente all'opera sul progetto Mahlûkat. Un cineasta esperto di cinema horror, di origine turca, che meriterebbe un adeguato approfondimento.
Tre lettere, una parola: HORROR
- Üç Harfliler - Serie completa -
(Ordine cronologico)
1- Üç Harfliler: Marid (Arkin Aktaç, 2010)
2- Üç Harfliler 2: Hablis (AA.VV., 2015)
3- Üç Harfliler 3: Karabüyü (Alper Mestçi, 2016)
4- Üç Harfliler 4: Beddua (Alper Mestçi, 2018)
5- Üç Harfliler 5: Adak (Alper Mestçi, 2019)
"La gelosia nasce sempre con l’amore, ma non sempre muore con lui." (Francois de La Rochefoucauld)
Trailer
Üç Harfliler: Beddua (Alper Mestçi, 2018)
F.P. 04/01/2021 - Versione visionata in lingua turca (durata: 89'39")
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