Espandi menu
cerca
La bambina che non voleva cantare

Regia di Costanza Quatriglio vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giurista81

giurista81

Iscritto dal 24 luglio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 30
  • Post -
  • Recensioni 2108
  • Playlist 109
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La bambina che non voleva cantare

di giurista81
7 stelle

Adolescenza e debutto nel mondo del grande spettacolo della cantante livornese Nada Malanima, meglio nota col nome d'arte "Nada". Il film, realizzato per la Tv per il circuito Rai Fiction, è liberamente ispirato dall'autobiografia Il Mio Cuore Umano e si sofferma, attraverso un lungo flashback, sulla genesi della cantante e sul rapporto tra la stessa e la madre. Ed è proprio su questo secondo aspetto che il film merita particolare considerazione. Sceneggiato dalla stessa regista (la vincitrice del Nastro d'Argento Costanza Quatriglio) e da Monica Rametta, La Bambina che non Voleva Cantare porta con sé una feroce critica al mondo psichiatrico, per la scorciatoia seguita dai medici nello scegliere cure con farmaci o ricorrere, addirittura, a pratiche che nel corso degli anni si sono persino rivelate deleterie (elettroshock), piuttosto che optare per vie psicologiche. Il film mostra come una donna, affetta da disturbi psichici assai gravi (teme di collocare spilli di ferro nei panini della figlia) e che vede nella talentuosa figlia un'occasione di riscatto alla propria triste vita, riesca ogni volta a riconquistare la gioia di vivere per via della voce della sua piccola quando ormai sembrava prossima a uno stato comatoso e irreversibile. Laddove falliscono le medicine, che hanno effetto contrario a quello sperato, riesce il canto. Eloquente la sequenza in cui la donna, ricoverata in ospedale psichiatrico, appare totalmente abbandonata a sè stessa, col marito che rifiuta di assecondare il dottore che vorrebbe praticarle delle sedute di elettroshock. "Quella donna di là non è mia moglie... Preferisco portarmela a casa e tenermela un po' matta" dice il marito. La scelta si rivelerà corretta, poiché la signora tornerà di nuovo a sorridere e ad acquisire forza grazie ai successi della figlia, trovatasi costretta a proseguire nella carriera per sostenere la salute della madre.

Ottimamente diretto, il film si avvale di apprezzabili interpretazioni. Tecla Insolia e Giulietta Rebeggiani sono perfette nell'interpretazione (a età diverse) della cantante, molto brava è anche la quattro volte candidata al Nastro d'Argento Carolina Crescentini nei panni della madre di Nada. Simpaticissimo Paolo Calabresi, chiamato a dar corpo e voce al Maestro Leonildo.

Nel complesso è un buon prodotto, specie se si considera la destinazione televisiva, che scorre via molto bene senza cedimenti al decorrere dei minuti così da fornire adeguato intrattenimento per tutto il corso della sua durata. Il finale giunge quasi inatteso, in quel di Sanremo, fornendo l'idea di un epilogo parziale in attesa di una seconda parte al momento non realizzata. Gustosa la velata citazione al concetto di "amore disperato", spiegato alla giovane dal maestro di canto, da cui poi Nada trarrà l'idea per una sua fortunatissima canzone dal medesimo titolo.  

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati