Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
"Tutto quello che è antiscientifico va eliminato....
Ora sei libera! Và in fabbrica!!"
Nell'anno della morte di Pio XII, il Papà che per primo si mostrò indulgente a favore della persecuzione contro la comunità ebraica, ovvero il 1958, giunge in un collegio austero romano il fiero ed esteticamente attraente Angelo Transeunti (Yves Beneyton), giovane anticonformista e gran teorizzatore del mito sregolato e di reminiscenza nazista del superuomo.
Appena giunto il ragazzo ostenta una evidente avversione alle regole intransigenti dell'antiquato istituto, mettendosi contro le burocrazie vincolanti portare avanti con convinzione dal vice rettore Padre Corazza (Renato Scarpa).
Grazie al proprio carisma e al fisico piacente e vigoroso, unito ad un carattere e carisma da capobranco, il giovane si impone come leader tra gli scolari, irretendone alcuni fino a spronarli ad organizzare uno spettacolo blasfemo e grottesco in cui vengono sbugiardato dogmi come la fede e il timor del giudizio Divino.
Nel collegio intanto si assiste ad una rivolta di classe, perpetrata dagli inservienti sfruttati, in rivolta al seguito del suicidio di uno di loro.
Protesta a cui si allineano gli studenti, almeno fino al momento in cui si rendono conto che, andando avanti, dovranno rinunciare allo status di figli di ceto borghese e perdere i privilegi di classe che li hanno condotto in tale istituto, decretando il fallimento della protesta ed il licenziamento in tronco del leader degli oppositori, il tenace Salvatore (Lou Castel).
Impegnato nel suo terzo lungometraggio, Marco Bellocchio dà vita ad un sapida e sarcastica invettiva contro anacronismi delle repressive istituzioni religiose, ove tra il predicare ed il razzolare, ci sta in mezzo una intera vallata di ipocrisia, che coinvolge anche altre istituzioni intoccabili come la famiglia e la classe borghese.
Bellocchio rimette in discussione la lotta di classe e descrive l'anelito che accalora i figli ribelli dell'alta borghesia, decisi ad unirsi ai ribelli del ceto popolare solo fino a quando la loro rivoluzione si mantiene sul lato ideologico.
Il film, ideale affronto contro le aride istituzioni e le ideologie che le governano, si fa forte di un gran ritmo e di uno humor sarcastico e convulso che disegna macchiette gustose ed irriverenti che rendono l'opera scoppiettante ed arguta.
Tra il cast va citata una spassosissima ed irresistibile Laura Betti nel ruolo della madre alto borghese ed intransigente di Franco, un compagno di collegio del protagonista Angelo Transeunti.
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