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Nel nome del padre

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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Viola96

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La recensione su Nel nome del padre

di Viola96
10 stelle

Sottovalutato capolavoro di uno dei nostri registi di punta,che quest'anno avrà il Leone d'Oro alla Carriera in quel di Venezia.Per l'occasione,presenterà anche una versione accorciata e restaurata di questo suo film."Nel nome del padre" è una satira anticlericale,anticonformista,profondamente etica e politica,pasoliniana nel contorno e strumentalizzata.Il terzo film del regista,conferma(se ce ne fosse bisogno) l'assoluto talento artistico di Bellocchio,dopo l'ottimo "I pugni in tasca" e il deludente "La Cina è vicina".Oltre a creare una figura apparentemente distinta e mai trasgressiva,come il diavoletto Angelo(nomen omen),Bellocchio contraddistingue un attaccamento quasi morboso al clero e alle credenze.Alla morte(documentata anche sullo schermo) di Pio IX,sembra che l'aria si tacqua e il mondo,improvvisamente,si rattristisca.Lontano dalla matrice movimentaria delle componenti familiari,Bellocchio costruisce un meccanismo a matrioske,che parte dal peggio,fino ad arrivare a qualcosa di impressionante."Nel nome del padre" è un film dal potente impatto visivo,con scene di pura violenza(anche fine a sè stessa,per carità) e scene di calma piatta,di quiete prima della tempesta.Nel 1958-1959,in un collegio religioso entra Angelo,per aver malmenato il padre.Quando capisce che la repressione("paura",per lui) non funziona più,decide di prendere in mano il controllo dell'istituto e di governarlo.Si crea padrone dei suoi compagni,costringendoli a seguire i suoi ordinamenti,anche a costo di fare cose molto,molto brutte;Si traveste con tanto di mascherina da cane e se ne va in giro trasportando cadaveri a spalla,di professori ridotti a nulla;Mette in scena un fatiscente spettacolo di pura blasfemia,che arriva al punto da disgustare tutti i professori.Ricco di simboli occulti e religiosi,confuso nella sua foga di dare schiaffi a destra e a manca,trasgressivo nonostante l'epoca:Questo è Bellocchio.Probabilmente con una minore carica di metafore il film sarebbe riuscito incredibilmente meno soddisfacente.L'idea di fondo potrebbe non piacere:Distruggere gli elementi della repressione di massa e strumentalizzare il potere e ridurlo al semplice schiavismo.Viene in mente Pasolini e la sua "Salò":La sua migliore opera,quattro anni dopo questo capolavoro assoluto di Bellocchio,ricalcherà la mano sugli aspetti indicati dal regista come "repressivi".Per carità,"Nel nome del padre" è molto meno sessuale del film di Pasolini,ma molto,molto,molto più umano e (definitivamente) surreale.Una satira profondamente antiborghese alla Bunuel,che sigla la grande distanza tra due scuole di pensiero nemiche.Angelo,che sembra il "classico bravo ragazzo",ma che nasconde molteplici segreti incoffessabili,a rischio della stessa vita e della vita di chi gli sta intorno e lo segue come un Dio;Corazza,burbero preside del collegio,che tenta con la repressione di risolvere ogni minimo e possibile problema all'interno dell'istituto.Una sfida senza esclusione di colpi e senza vincitori nè vinti.Si parla molto dell'estetismo figurativo del Bellocchio(anche in "Vincere" e "L'ora di religione"),ma si dimenta che la opera,profondamente psicologica e ideologicamente impura,non riflette certo sull'estetica.Non usa coreografie da bassi fondi o effetti speciali entusiasmanti.Il suo è solo cinema.Solo grande cinema.E "Nel nome del padre" è un'espressione di cinema impegnato e teso,che può diventare un capolavoro con gli anni,o ridursi a una poltiglia macabra e inutile.Ma Bellocchio,pur incappando,nella sua lunga carriera,in flop più o meno devastanti,si riesce sempre a mettere in piedi con un'opera profonda e intelligente.E dopo aver visto la prima versione(che poi è una seconda,a detta del regista),sono molto curioso di vedere quali venti minuti leverà dal suo film Bellocchio.Saranno minuti fondamentalmente di calma piatta(il chè è un male),o alcuni attime di azione violenta?Basta aspettare per sapere la risposta.E se non vi soddisferà,ci sarà sempre quest'ottima prima versione,che vi farà venire la voglia di addentrarvi nella storia del Cinema Italiano.Oltre che nei labirinti di uno dei collegi religiosi più famosi della storia del Cinema.Con l'estrema ebrezza della prima(e forse ultima) volta.

Sulla trama

Interessante anche se confusa e simbolica.

Sulla colonna sonora

Si parte con canti religiosi che introducono l'opera.

Su Marco Bellocchio

Maestria senza eguali.

Su Yves Beneyton

Che prova!

Su Renato Scarpa

Non male.

Su Laura Betti

Se la cava.

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