Regia di Jesús Franco vedi scheda film
Edizione francese (con inserti hard) de Al otro lado de espejo, un blando e spossante dramma tutto dialoghi e niente azione, vagamente erotico, diretto sottotono da Jesús Franco. Eccessivamente sopravvalutato dai cultori, a prescindere, del regista.
Nell'Isola di Medeira, Annette (Emma Cohen) sta per convolare a nozze con Arthur. La sorella Marie (Lina Romay) non prende di buon impatto la notizia. Legata ad Annette da un rapporto incestuoso, sconvolta dall'idea dell'abbandono, si toglie la vita. Annette, turbata dal suicidio, non solo rinuncia a sposarsi ma decide di abbandonare la famiglia per approdare - come pianista e cantante - in un night club. Conosce prima Bill, poi il regista teatrale Michael, con i quali ha una breve relazione interrotta bruscamente dalla morte degli amanti, colpiti a coltellate dalla ragazza. Annette è convinta di essere spinta all'omicidio dalla sorella defunta, che le appare (e soprattutto le parla) attraverso uno specchio.
"Io decido il tuo destino dall'oltretomba." (Marie, dall'altro lato dello specchio, alla sorella)
Spossante, per quanto lento, dramma diretto da un Franco decisamente sottotono e costretto a cedere anche al volere di un produttore francese che impone di realizzare una versione hard. Pare, ma l'opinione dei franchiani non è certamente obiettiva, che l'edizione spagnola (nella quale il rapporto incestuoso coinvolge il padre, interpretato da Howard Vernon) sia un mezzo capolavoro. Sarà. Quella italiana è una mostruosa commistione di scene arbitrarie e montate alla rinfusa, dilungate sino alla nausea con dialoghi insulsi e ininterrotti. Già dopo dieci minuti dall'inizio ci si sente rintronati dal profluvio di parole scritte in sceneggiatura con la mano sinistra. Sul piano tecnico non si va meglio: il solito abuso di zoom da parte del regista, incapace di soffermarsi anche solo per qualche secondo sulle scene e sui volti dei protagonisti.
Le recitazioni sono frutto di interpretazioni indifferenti (soprattutto da parte della legnosa Cohen) e le distrazioni regnano sovrane: l'omicidio di Pipo (Philippe Lemaire) è da oscar del trash; l'uomo viene ucciso a pugnalate senza che si noti un graffio nel punto in cui il coltello lo colpisce e in seguito, quando viene scoperto cadavere, batte più volte le ciglia. Il film nasce con intenzioni erotiche, ma i nudi sono ripresi in maniera maldestra e la Romay - per nulla sexy - fa un breve cameo. Gli inserti hard (non opera di Franco) sono tra i più squallidi che si possa immaginare (vulve cavernose circondate da foltossimo pelo nelle lunghissime e antierotiche scene di 69 declinato in lesbo e veloci inserti di penetrazione) e collocati nella narrazione senza un minimo criterio.
Al tutto si aggiunge una colonna sonora (sempre trattando della versione italiana) deprimente, depressiva e in tono con la generale confezione. Finale illogico e assurdo (Annette magicamente vestita in abito da sposa) per un film assolutamente da evitare. Come la peste, si diceva un tempo...
Il povero Gérard Kikoïne (futuro regista di hard) deve aver sofferto le pene dell'inferno nell'impossibile tentativo di dare un senso di coerenza al montaggio della versione gallica. Curiosa invece è la comparsa della pornodiva Alice Arno (presente anche in Liz et Helen, versione hard di A doppia faccia di Freda e futura "contessa perversa"). Cameo del regista nella parte di Roger, personaggio che non sembra essere presente nella versione italiana (ma può essere sfuggito all'attenzione, ben poco catturata dalla visione).
È uscito in VHS con il titolo de Lo specchio del piacere, in una edizione per edicola della Shendene e Moizzi (all'occasione trasformatasi in Corsica edizioni) inserita nel ciclo di videocassette a luce rossa serie "Tabù" (n. 5 anno 1999). Il riversamento non è affatto male, considerato il supporto, con la versione francese assemblata da Gérard Kikoïne e proposta nel formato 2.35:1.
"Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi."
(Kikuo Takano)
F.P. 31/12/2020 - versione visionata in lingua italiana (durata 86'35")
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