Regia di Giorgio De Lullo vedi scheda film
Leone, uomo quanto mai razionale, accetta silenziosamente che la moglie Silia lo tradisca con Guido. Quando un noto spadaccino offende Silia, la donna chiede al marito di riparare sfidandolo a duello; Leone accetta, ma manda avanti Guido.
L’eterna battaglia fra ragione e sentimento (la prima prevale nell’apparenza, il secondo trionfa sempre e comunque nei fatti) sta al centro della commedia che Luigi Pirandello scrisse negli anni Dieci del Novecento, inizialmente presentandola sotto forma di racconto e poi destinandola al palcoscenico. Mezzo secolo più tardi è la compagnia formata da Carlo Giuffré, Rossella Falk e Romolo Valli, con la sapiente regia di Giorgio De Lullo, a rappresentare Il giuoco della parti per il piccolo schermo, in una produzione abbastanza sofisticata da distaccarsi almeno in parte dalla messa in scena squisitamente teatrale. Tutto è girato in interni, l’azione è scavalcata dai dialoghi, ma le scenografie sono piuttosto curate e i movimenti di macchina seguono gli interpreti conferendo un maggior ritmo alla narrazione; due ore tonde di durata in bianco e nero. Parallelamente De Lullo girava con i medesimi interpreti (ma meno originalità, attenendosi maggiormente alla rappresentazione teatrale) L’amica delle mogli, altro noto testo pirandelliano. 4,5/10.
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