Regia di Fernanda Turvani vedi scheda film
Notevole ammirazione nutro nei confronti del commediografo Armando Curcio perché ha avuto le abilità per concepire due commedie teatrali a cui sono molto affezionato per il semplice fatto che furono in grado di portarmi al sorriso con delle battute intelligenti e totalmente prive di quella volgarità che alla lunga finisce per intaccare il sapore genuino di qualsiasi cosa.
''La fortuna con l'effe maiuscola'' ed ''i casi sono due'' sono quelle da lui realizzate che ho visionato e che non mi delusero affatto. Ad occuparsi della prima fu Eduardo De Filippo che la mise in scena svariate volte con la compagnia di cui lui era il condottiero. Bella, fresca, spumeggiante e zeppa di dialoghi costruiti con cura e maestria.
A portarsi sulle spalle la seconda, con dei risultati del tutto ragguardevoli,fu invece il fratello(Peppino de Filippo).
Di entrambe esistono le registrazioni effettuate dalla rai: quella della prima è attualmente reperibile su raiplay mentre le riprese del secondo titolo da me citato sono rintracciabili consultando la piattaforma di YouTube.
Mi soffermo sulla seconda tralasciando di conseguenza la prima.
Il sipario si apre ed il primo personaggio in cui ci si imbatte è un cuoco, abituato ad appropriarsi illecitamente degli utensili di cui si serve abitualmente per svolgere le sue mansioni e con il vizio, dal quale non riesce proprio a svincolarsi, di stuzzicare le donne di servizio che svolgono la loro attività nella casa del barone in cui soggiorna anche lui. Questo cuoco, malvisto dalla maggior parte dei domestici con cui per forza di cose doveva collaborare, ce l'aveva a morte con il cane della baronessa perché a suo modo di vedere non sapeva trattenersi dalla voglia di fargli dei dispetti.
Un giorno, con la disperazione addosso per vederselo sempre tra i piedi, decide di sbarazzarsene togliendogli la vita.
Ma come ingegnarsi alla meno peggio per nascondere la verità alla baronessa che impazziva per quel cane?!!! E qui arriva il bello perché per tentare di giustificarsi inventa una storiella davvero gustosa e divertente.
Nel contempo, Il barone, che era cosciente del fatto che in gioventù aveva amoreggiato con una fanciulla da cui aveva avuto un figlio, fa delle indagini ben precise per trovare quel figlio e, mentre sono in corso, arriva la sorpresa in grado di spiazzare chiunque: quel cuoco, tanto bistrattato per gli imbrogli commessi, è in realtà suo figlio.
Meraviglia delle meraviglie, ora il cuoco ha la possibilità di poter fare la parte del padrone e di mettere in riga così tutti quei domestici che ce l'avevano con lui.
Intanto le indagini vanno avanti portando a conclusioni diverse secondo le quali il figlio del barone non sembra che sia il cuoco.
Dopo qualche tempo si torna alla verità di prima e sono proprio questi continui ribaltamenti a far sorridere, sorretti da dei dialoghi ben scritti, con delle trovate briose e vivaci che non possono lasciare indifferenti.
Bravissimo Peppino De Filippo nell'aver saputo interpretare la sua parte con il piglio giusto, con quella classe nel saper dire le battute che è tutta da elogiare e da premiare. Il teatro di Peppino De Filippo non è affatto insulso e non andrebbe perciò ignorato, considerando anche il fatto che la qualità può emergere anche dai quei lavori che fanno affidamento sull''ironia per intrattenere e lasciare il segno.
Tra quelle che ho avuto modo di visionare, ''i casi sono due'' è una delle mie preferite, scritta da Armando Curcio che, lo ricordo ancora una volta, mi aveva colpito favorevolmente pure con il suo lavoro ''La fortuna con l'effe maiuscola''.
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