Regia di Marco Leto vedi scheda film
Una donna di mezza età scopre che, dopo oltre vent’anni di matrimonio, il marito la tradisce. Lui le chiede del tempo per sistemare la situazione, promettendo di tornare da lei, ma la donna non accetta l’esistenza della rivale e vede tutto il suo mondo crollarle improvvisamente addosso.
Una delle ultime regie di Marco Leto è questo lavoro, realizzato per la televisione di Stato e tratto dal racconto omonimo di Simone du Beauvoir; l’esperienza di Leto, la profondità del testo e l’incisività degli interpreti contribuiscono a confezionare una pellicola di sicuro valore, unitamente all’opera di collaboratori tecnici del calibro di Aiace Parolin per la fotografia ed Egisto Macchi per la colonna sonora, entrambe doverosamente curate. Una donna spezzata è un dramma psicologico incentrato su una relazione di coppia alla deriva, osservata dal punto di vista di una donna sopraffatta da una crisi di mezza età; il risultato, per argomenti e messa in scena, è in odore di Ingmar Bergman e l’accostamento è inevitabile data la presenza nel cuore del cast del suo attore-feticcio Erland Josephson; un film ‘freddo’ forse nei toni per il pubblico italiano, ma nondimeno ben realizzato e con dei contenuti, per quanto intellettualistici. Lea Massari, protagonista femminile, è anche autrice della sceneggiatura insieme al regista e a Lucia Drudi Demby; tra gli altri interpreti compaiono quindi Jean-Luc Bideau, Consuelo Ferrari, Marisa Mantovani, Carla Bizzarri e una giovanissima Francesca Neri. La produzione Rai impone un lunghissimo metraggio che si attesta verso le tre ore di durata nel complesso delle due puntate di cui il film è composto. 5,5/10.
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