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Mayday

Regia di Karen Cinorre vedi scheda film

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La recensione su Mayday

di mck
6 stelle

Eco di sirene.

 

 

Di buono, c’è che “MayDay”, l’esordio nel lungometraggio (regìa e sceneggiatura) di Karen Cinorre, non ciurla nel manico: la metafora si concretizza immediatamente e viene continuamente ribadita dalla messa in scena senza troppo giocar’eccessivamente (vedi alla voce “Mother!”) con lo spettatore instillandogli dubitanti dubbi dubbiosi: se da un lato questo fatto smorza un poco tanto assai l’interesse generale verso l’operazione in sé, dall’altro si dimostra una caratterizzazione molto puntuale e precisa di come lavori il cervello durante il defatigamento giornaliero ch’è il sognare.

- Ti ho resa un’eroina o no?
- Mi hai resa una pazza omicida.
- È la stessa cosa!

In bilico sull’Owl Creek Bridge, sbilanciato dal massiccio peso di un forno a gas in ghisa e acciaio, l’onironauta Ana (Grace Van Patten) abbassa la produzione di cortisolo ammazzando le proiezioni maschili dei referenti fisici che la perseguitano nella realtà dopo averle invitate ad abitare il proprio paesaggio mentale: ma in seguito all’aver ceduto all’efficacia della guerra ecco che il continuo, persistente e reiterato ammazzare - declinato financo a danza dumont-vontrieriana - presto diventa routine, e al mirino e al grilletto ella preferisce il palco e - non più, coadiuvato dal radar intonato a guisa di diaulos, declinato ad esca pasturante attira prede - il microfono.

 


E accanto a lei, le altre sirene: Mia Goth ["Nymph()Maniac", "the Survivalist", "A Cure for Wellness", "MarrowBone","Suspiria", "High Life", "Emma", "the House"], un po’ Circe e un po’ Calipso, Soko (Her, la Danseuse, Little Fish) e Havana Rose Liu (the Chair, the Sky Is Everywhere). E poi Théodore Pellerin ("the OA", "On Becoming a God in Central Florida", "Never Rarely Sometimes Always"), Zlatko Buric (“2012” e la saga di “Pusher”) e l’iconica Juliette Lewis (recentemente in “YellowJackets”).

- Torneresti a una vita fatta di oscurità?
- Nell’oscurità si vedono le stelle.

Fotografia di Sam Levy (“Wendy and Lucy”, “Frances Ha”, “Mistress America”, “Lady Bird”), marito della cineasta (la coppia si era già ritrovata tale collaborando sul set del “Green Porno” di Isabella Rossellini, l’uno alle luci e l’altra ai costumi), montaggio di Nicholas Ramirez (ma ho come l’impressione, così, a pelle, che sia stato affiancato dalla stessa Karen Cinorre) e musiche - immediatamente riconoscibili come tali, cioè sue - di Colin Stetson (Hereditary, Color Out of Space).

 

 

https://www.nytimes.com/2021/09/30/t-magazine/mayday-karen-cinorre-sam-levy.html
https://britishcinematographer.co.uk/cooke-lenses-used-for-mayday-by-director-karen-cinorre-and-dp-sam-levy/

 
La costa croata interpreta l’entroterra onirico.

* * * (¼) - 6.25   

 

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Eco di Sirene.

 

Versione originale 1998 (studio, rimasterizzazione 2008) - "Mediamente Isterica", 1998.

 

 

Nuova versione 2008 (studio) - "Mediamente Isterica", riedizione deluxe 2008.

 

 

Nuova versione 2008 (live 2018) - "Eco di Sirene", album live 2018.

 

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