Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
Nel momento in cui l'anziano poliziotto Joe Deacon detto Deke viene inviato a Los Angeles, nel dipartimento in cui a lungo lavorò anni prima, per raccogliere alcune prove di un caso su cui sta lavorando il suo distretto, l'uomo si imbatte nell'indagine più spinosa che la polizia della città degli angeli sta condiucendo, e che, per dinamiche ed altre macabre caratteristiche, pare essere la continuazione del caso che tanti problemi - di carriera, come sociali e psicologici – esso creo allo stesso Deke, che ne uscì a pezzi e senza una soluzione.
Un pazzo infatti segue belle ragazze, le rapisce e le tortura fino a farle morire orrendamente dilaniate, nello stesso modo in cui operava il folle serial killer che Deke fu ad un passo dall'acciuffare.
In loco, dopo alcuni contrasti caratteriali, l'uomo ha modo di confrontarsi con il giovane ed ambizioso poliziotto, Jimmy Baxter, a cui è stato affidato il caso, che fa di tutto pur di indurre il vecchio poliziotto a fermarsi, comprendendone l'affidabilità nell'eseguire le indagini.
I sospetti si concentreranno sui un tipo balordo impiegato in un grande magazzino di elettronica, che si dimostra tuttavia un personaggio astutissimo in grado di tener testa ai due tosti poliziotto, fino a condurli ad un epilogo in cui tutte le verità, invero anche troppe, verranno a galla in un crescendo di tensione che rinnega l'azione a favore di una chiave di lettura che scava in un passato ignoto a chiunque, tranne che ad uno dei protagonisti.
La nuova fatica cinematografica dell'abitualmente affidabile Johnny Lee Hancock è stata avvicinata a Seven di Fincher, non solo per la presenza di un inafferrabile e astutissimo serial killer, per il dualismo poliziotto bianco e nero di età differenti che si confrontano e coadiuvano, ma soprattutto per il risvolto nerissimo che si porta dietro, necessario per arrivare in extremis alla soluzione del caso in cui tutti risultano perdenti.
Questa volta tuttavia la sceneggiatura, che in Seven appariva perfetta e ad orologeria, qui sbanda sia già dalla definizione e dalla scrittura dei tre protagonisti, in particolare i due poliziotti, afflosciati da una serie di tic ed atteggiamenti che li rendono al pari di manichini dell'ovvio e della maniera.
Il cast, che raggruppa ben tre premi Oscar amatissimi (Denzel Washington è un dinoccolato Deke che cammina come Pippo della Disney, Rami Malek uno smorfiosissimo Baxter (spiace riferirlo ma recita davvero in modo imbarazzante, e risulta il più fuoriparte del triste ma illustre terzetto) saputello ma anche incredibilmente ingenuo, mentre Jared Leto continua a collezionare personaggi folli e sopra le righe che il pur bravo attore deforma sinoi all'inverosimile e all'improbabile a proprio piacimento.
I tre illustri qui recitano davvero tutti male, affossati da tre rispettivi personaggi sbiaditi e resi banali da una sceneggiatura scritta veramente male.
La sorpresa arriva, puntuale ed in fondo inattesa nella sua sconcertante semplicità, ed appare forse la cosa più coraggiosa dell'operazione, che si riconduce ad un thriller fiacco e soffocato da vezzi e luoghi comuni insopportabili.
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