Regia di Guido Leoni vedi scheda film
Farsetta risibile e colma di quegli stereotipi maschilisti italioti che stanno alla base della commedia erotica-demenziale tanto in voga in quel periodo. Guido Leoni come regista realizzò un paio di film con Rascel negli anni '50, poi si dedicò principalmente alla sceneggiatura - senza grandi risultati neppure lì - e quindi si riciclò negli anni '70 con prodottini di questo calibro (qui sceneggia anche, insieme a Sandro Leoni e Sergio Ricci). Carlo Croccolo che interpreta il santo mandrillone è un insulto alla sua carriera, ma si immagina che nessuno lo avesse obbligato a trovarsi lì; fra gli altri nomi del cast si salvano solamente Paola Tedesco, Raf Baldassarre e Carlo Giuffrè: tutti caratteristi nel cinema, ma quantomeno attori - qualifica che non può attribuirsi a molti altri partecipanti di questo lavoro. La comicità greve è ben accompagnata da un dispendio di nudi femminili e scenette a sfondo sessuale che sfociano talvolta nella barzelletta squallida; es.: coppietta a letto, lei sostiene che sia l'undicesima volta che i due fanno l'amore; lui la decima; lei insiste; lui insiste; lei ancora insiste; lui filosoficamente: vabè, abbiamo perso il conto, ricominciamo. Non c'è molto da fare se non constatare la miseria di idee della pellicola e, in definitiva, accontentarsi. Colonna sonora non disprezzabile, del jazzista Amedeo Tommasi. 2/10.
Una ragazza viene mandata in seminario in un paesino della Puglia. Qui c'è una fonte miracolosa, benedetta da San Giulivo, contesa fra chi ne vorrebbe fare acqua termale e chi la vorrebbe imbottigliare per venderla; ma San Giulivo ci mette lo zampino...
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