Regia di Luigi Filippo D'Amico vedi scheda film
In una modestissima famiglia romana arriva un giorno la giapponesina Akiko. Adolescente garbata e gentile, Akiko risulta figlia illegittima dell'ormai scomparso - in Giappone, anni or sono - capofamiglia. Per la nuova arrivata si prospettano nuove amicizie, molte cose da imparare e anche un amore romano.
Commedia sentimentale blanda nei toni e ben poco fantasiosa nello sviluppo, Akiko può contare solo su un 'effetto speciale': la presenza di Akiko Wakabayashi, da Tokyo al set di Le orientali, diretto da Romolo Marcellini nel 1960, e quindi proiettata al centro di questa pellicola, la terza diretta da Luigi Filippo D'Amico. Una delle sue meno ricordate, peraltro, e non a torto: Akiko è un film ormai datato per il 1961 in cui esce, un Vacanze romane (William Wyler, 1953) ai minimi termini e moscio nell'esecuzione, che si salva soltanto grazie al grandioso mestiere di alcuni interpreti, vere e proprie colonne del cinema nostrano dell'epoca: Memmo Carotenuto e Marisa Merlini in primis, ma anche Andrea Checchi, Valeria Fabrizi, Paolo Panelli, Paolo Ferrari, Giacomo Furia, Carlo Taranto, Mario Meniconi. Da apprezzare anche la colonna sonora di Teo Usuelli: il resto è mestiere. Decorosamente portato a termine, ma pur sempre mestiere. Il copione è opera di Gaspare Cataldo, Giuseppe Mangione, Ugo Guerra e del regista, che tornerà in sala pochi mesi più tardi con Mariti a congresso, prodotto analogamente alimentare; per la Wakabayashi l'avventura a Cinecittà e dintorni finisce qui, anche se qualche anno più tardi il pubblico italiano potrà ammirarla in Agente 007 - Si vive solo due volte (Lewis Gilbert, 1967). 2,5/10.
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