Regia di Kay Mellor vedi scheda film
Piccola commedia non sofisticata che ambisce alla follia romantica del mélo ottocentesco, alle brughiere, le agnizioni, i ritorni inaspettati, ma viene sempre ridimensionata nei caratteri e negli ambienti più prosaici dell’Inghilterra contemporanea, tra un pub e una main street, una sbronza e banalissime questioni di corna. Assortiti malissimo, lui e lei si incontrano e si odiano, nel momento in cui scoprono che i rispettivi partner li tradiscono insieme. Lui è solido, terragno, un po’ dozzinale; lei fa la scrittrice di romanzoni rosa e vola con la fantasia. Inevitabile che, prima della fine, si riscoprano. Niente di speciale, ma una bella mano nel raccontare una storia nota, un dialogo che fila via liscio, humour a palate, orologio biologico e voglia di tenerezza. E soprattutto funziona l’impossibile alchimia tra Fanny ed Elvis (e già i nomi sono tutto un programma di rimandi immaginari): Kerry Fox, pallida e splendente, la rossa di “Un angelo alla mia tavola” di Jane Campion, e Ray Winstone, massiccio e stempiato, un proletario che piace a Ken Loach, in panni galanti che gli stanno a pennello.
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