Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Sulle pendici di un'aspra vetta montagnosa, in un castello grigio e cupo come quello di una tetra favola gotica, una giovane donna si sporge nuda sulla terrazza, spia ed e' spiata da occhi indiscreti, saltella allegra tra le mura grigie sferzate da vento gelido e da una nebbia avvolgente. Inizio sfolgorante, magico e memorabile per il capolavoro di Sokurov (non l'unico a dire il vero, visto che pure "Madre e figlio" tocca livelli di assoluta eccellenza), il primo di una tetralogia sul potere che si concludera' quest'anno a Venezia con "Faust", inserito in Concorso.
La donna nuda scatenata e' Eva Braun, e nella perfezione del contesto in cui si muove sembra uscita da una di quelle foto erotiche da bordello che capita di aver visto in qualche rivista patinata.
Ella attende leggiadra un Fuehrer stanco, sciocco e capriccioso in vacanza per alcuni giorni in quella tetra magione.
Da quel momento in poi la donna, che sbeffeggia il suo amante chiamandolo "Adi", sara' testimone di tutta una serie di scenette e capricci da prima donna di un uomo ormai al suo declino, nei confronti del quale anche i piu' stretti collaboratori ormai non credono piu'.
Grande e originalissimo ritratto di una solitudine che porta alla follia, di un personaggio che va oltre la caricatura, ma che forse proprio per questo appare credibile e consente di dare una ragione ad una follia collettiva di una nazione che ha creduto nella sua onnipotenza, nella forza della prevaricazione e nel sadismo di regole e strategie figlie di una follia non singola ma di una classe dirigente che ha trovato in un burattino pazzo la sua forza centrifuga dirompente.
Girato con la consueta maestria di inquadrature sghembe e taglienti, il film ha in piu' un'aurea espressionista resa ancor piu' marcata dalle magnifiche riprese del castello avvolto dalla nebbia e dal volo ellitico di scuri ma timidi rapaci, accompagnato quasi costantemente da una musica solenne e austera che ne accentua l'effetto. Il tutto ritengo almeno in parte ispirato alle atmosfere tetre e magiche del capolavoro del Fritz Lang anni '20 "I Nibelunghi".
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