Regia di Asia Argento vedi scheda film
È un brutto film, diseducato, aggrovigliato, sgradevole, irrisolto, condannato da una sceneggiatura che precipita nel ridicolo ogni dieci minuti e da dialoghi impronunciabili (la tirata dello scrittore ad Amsterdam, gli assalti del produttore a Londra e Los Angeles, la conoscente lesbica che sale da lei, si strappa il vestito e: «Ho mezz’ora di tempo, il taxi che mi aspetta di sotto, fammi godere!»). Eppure “Scarlet Diva”, per dirla in termini brutali, ha più sangue e coraggio dei tantissimi film italiani di oggi, asfittici, educati, manierati, tutti in fila pronti per la loro bella seratina televisiva. Film che mimano la piattezza delle soap nostrane, dopo essersi dati una ripulitina nel nome dell’autore. Il film di Asia Argento in televisione non ci andrà mai, se non a notte fonda: troppo sesso, nudo, cocaina, sballi, troppo poco moralismo e nessun posto dove andare. Troppo pressapochismo anche nel coniugare i sobbalzi vaganti della videocamera con i grandangoli a effetto dei flashback. All’autrice servirebbe qualcuno che scrivesse al posto suo. Ma, almeno, ha il coraggio di mettere in piazza la sua anima, di scavare dove nessuno, spesso nel nome della forma, scava più, di mettersi davanti allo specchio, rasarsi, truccarsi e cominciare a piangere.
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