Regia di Leone Pompucci vedi scheda film
Terzo lavoro di Pompucci e terzo relativo 'flop' commerciale: se nei primi due capitoli della sua filmografia (Mille bolle blu e Camerieri) si poteva giustificare l'insuccesso al botteghino con la difficoltà di inserimento dei suoi lavori nel contemporaneo (disastroso) panorama cinematografico italiano, qui che Pompucci si piega ben più marcatamente alle esigenze dell'intrattenimento di massa, tale scusante non può più funzionare. Perchè i primi due film del regista romano possono non essere stati accolti a braccia aperte dal pubblico per la loro vena a cavallo fra l'autoriale ed il popolare (per approssimazione si potrebbero definire rari esemplari di commedie all'italiana sopravvissute all'estinzione del genere), ma di certo hanno ottenuto il plauso della critica (David di Donatello il primo, Nastro d'argento il secondo); ma Il grande botto, oltre a deludere in sala, non ha lasciato grandi tracce neppure nella critica. Il tentativo è quello di banalizzare un po' i canoni del regista: personaggi più leggeri, situazioni virate allo stereotipo e finale che accontenti il pubblico; senza divenire mai grossolano o futile, Il grande botto è però una commediola che davvero dice poco o nulla della sua contemporaneità (mentre le Bolle blu e Camerieri erano fortemente rappresentativi del contesto in cui venivano girati). Si consideri ad esempio il parallelo fra i Camerieri che vincono al Totocalcio e cambiano drasticamente vita e questi cinque amici baciati in fronte dalla fortuna del Superenalotto: che ne sarà di loro? Qual è la prospettiva in chiave esistenziale di questo avvenimento epocale? Qualcosa manca nel Grande botto; in fase di scrittura Pompucci viene assistito da Gennaro Nunziante (uno dei protagonisti, nonchè futuro regista, ahinoi!, di Cado dalle nubi) e dal comico Paolo Rossi, eppure il risultato lascia piuttosto interdetti. Dopo questo film Pompucci si dedicherà per lungo tempo - e questo la dice lunga sulla situazione del cinema italiano nei primi anni del Duemila - esclusivamente alla televisione. 5/10.
In un paesino pugliese cinque amici fanno 6 al Superenalotto e vincono 86 miliardi. La schedina è però in mano all'unico fra loro irreperibile, un ex calciatore: comincia la rincorsa al fuggiasco.
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