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Marilyn ha gli occhi neri

Regia di Simone Godano vedi scheda film

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La recensione su Marilyn ha gli occhi neri

di mm40
3 stelle

Clara è una bugiarda patologica con precedenti per piromania; Diego un papà single nevrotico e aggressivo, in preda ai tic. I due si ritrovano nello stesso gruppo di cura psichiatrica. Come attività riabilitativa sono chiamati a cucinare per una manciata di anziani, ospiti della vicina bocciofila. L'esperienza funziona e diventa un vero e proprio ristorante, mentre tra Clara e Diego sboccia un imprevedibile idillio.


A volte unire due problemi rappresenta la miglior soluzione per entrambi: questa la blanda morale della terza regia in lungometraggio di Simone Godano, Marilyn ha gli occhi neri, pellicola dalle tematiche forti (violenza domestica, menzogna patologica, riabilitazione psichiatrica) trattate in maniera innocua alla ricerca di uno sbrigativo e insulso lieto fine. Peccato, ma in fin dei conti anche il (grande) pubblico vuole la sua parte: dati gli argomenti non esattamente leggerissimi la sceneggiatura di Giulia Louise Steigerwalt evita di andare più di tanto per il sottile e punta dritto al sodo, cioè alla morale rassicurante e alla conclusione positiva oltre ogni dire. Eppure qualcosa non torna, perché a ben guardare la scrittura dei due personaggi centrali, quelli affidati a Stefano Accorsi e Miriam Leone, è assolutamente encomiabile: le loro esperienze di vita sono credibili al cento per cento e i loro piccoli e grandi vezzi e tic sono anche i nostri, o comunque quelli in cui riconosciamo il nostro mondo quotidiano; attorno a Diego e Clara, però, c'è il deserto: solamente macchiette e sagome più o meno buffe, dal solito mattocchio che parla da solo alla tourettica che come è ovvio esplode in imprecazioni proprio quando non è il momento, generando risate (?) a profusione. C'è del buono e del meno buono insomma in questo lavoro, comunque meno scontato della maggior parte delle commedie italiane contemporanee; gli altri due nomi degni di nota nel cast sono quelli di Thomas Trabacchi e di Marco Messeri. 3,5/10.

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