Espandi menu
cerca
Marilyn ha gli occhi neri

Regia di Simone Godano vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2024
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Marilyn ha gli occhi neri

di Furetto60
6 stelle

Discreta commedia dal gusto amarognolo, Buona la prova degli attori.

 Diego e Clara sono due persone giovani e problematiche. Clara alias Miriam Leone, attrice mancata, è una mitomane, bugiarda seriale, mente soprattutto a se stessa, per accettarsi e farsi accettare, incapace di tenere a freno le pulsioni, ha dato fuoco alla casa dove viveva con l’ex marito. Diego alias Stefano Accorsi, è uno chef visibilmente disturbato, assediato da tic di ogni tipo e da una feroce balbuzie, irascibile, spesso travolto da inarrestabili scatti d'ira, ha devastato furiosamente la sala di una trattoria, durante un litigio con un collega e quindi ha perso il lavoro, ha un ex moglie, poco clemente nei suoi riguardi e una figlia adolescente con la quale fatica a comunicare, ma alla quale non vuole rinunciare per niente al mondo. Entrambi frequentano un centro diurno di riabilitazione per persone con disturbi mentali, fanno terapia di gruppo. Mentre lo psichiatra, utilizzando la competenza di Diego decide di aprire al pubblico la mensa del centro, a Clara che ha propensione a inventare di tutto, le viene in mente di promuovere il ristorante Monroe, e di lanciarlo su un social network. Solo che il Monroe di fatto non esiste, è virtuale, tuttavia diventa in breve tempo il più rinomato della città, proprio a causa della falsificata immagine social costruita da Clara. A questo punto Diego, spronato dal medico, prende l’iniziativa di aprire per davvero questo fantomatico Monroe, con la riottosa Clara e insieme alla scalcinata compagnia di tanti altri compagni di sventure psichiche.  C’è “Sosia”, un paziente persuaso che tutti gli uomini siano dei sosia in quanto il vero io è altrove, poi Susanna, che dovrebbe prendere le comande, ma affetta da sindrome di Tourette fatica a reprimere le sue compulsioni offensive, Chip un paranoico, che vede nemici ovunque, crede di esser spiato e perseguitato e Gina dai capelli turchini “letteralmente”, una ragazza con disturbi relazionali. Il gruppo non senza difficoltà prova a fare squadra, per superare le “impasse”, le incomprensioni e guadagnare il rispetto per sé stessi, malgrado gli evidenti handicap. Gli sviluppi sono assolutamente imprevedibili, accorrono clienti da ogni dove, Clara si esibisce perfino in un pezzo canoro, vestita e truccata da Monroe , da cui il titolo, ma poi le cose si complicano; in più nasce del tenero tra Diego e Clara. Godano mette in scena un’assortita e colorita gamma di disturbi mentali, per raccontare i disagi che affliggono queste persone, ma anche per descrivere l’alienazione del nostro tempo, in cui i social dominano l’informazione al punto da distruggere o viceversa beatificare qualcosa o qualcuno senza in realtà conoscerlo. Il regista insieme a Giulia Steigerwalt ha trascorso diverso tempo nei centri di riabilitazione diurni, per osservare persone problematiche e studiarne il comportamento; poi hanno saputo di un ragazzo inglese che conoscendo gli arcani e perversi meccanismi di Trip Advisor e dei social media, in due mesi, aveva fatto diventare il suo inesistente ristorante come il migliore di Londra, accorsato da buongustai e critici; così nato dall’osservazione di queste realtà Il copione ha preso corpo. La malattia mentale, in qualsiasi forma si presenti, spaventa tutti gli altri, i cosiddetti “normali” Dice Diego a Clara «Loro hanno sempre ragione solo perché sono di più, sono i normali»; si tende a emarginare e a ghettizzare coloro che appaiono “diversi” in quanto ciò che non si comprende fa paura, immediatamente e quasi inconsapevolmente si prova repulsione, allorquando si ha a che fare con persone dai comportamenti “bizzarri”, si pensa alla pazzia, cioè a qualcosa che non si può controllare e i cui effetti non sono prevedibili. Ma il concetto che Diego e quindi l’autore, vuole affermare è “tu vai bene esattamente così come sei” anche se diverso se ti accetti, ti accetteranno anche gli altri seppure con fatica e magari non subito. Il film non ha la presunzione di fare psichiatria a buon mercato, tuttavia è una finestra interessante su un mondo che si conosce poco, dai cui si tende a stare alla larga. Accorsi e Leone offrono una buona prova attoriale in ruoli decisamente difficili

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati