Regia di Renato Castellani vedi scheda film
1911. Improvvisamente scomparedal Louvre una delle sue opere più rappresentative: la Gioconda. Partono le indagini, che si ritrovano ben presto con un pugno di mosche. Finché dall’Italia arriva la notizia: un collezionista d’arte ha ricevuto un’offerta di vendita da parte di un anonimo per il quadro di Leonardo da Vinci.
Quella di Vincenzo Peruggia, ladro della Gioconda ispirato da motivazioni patriottiche, è una storia assolutamente vera; Renato Castellani, che scrive la sceneggiatura di questo film insieme a Orio Vergani, ammette nella didascalia di chiusura di averla romanzata un po’, ma in sostanza i fatti sono riportati verosimilmente e in maniera senz’altro efficace. Penultima regia per Castellani, Il furto della Gioconda è un lavoro televisivo suddiviso in tre puntate da un’ora circa di durata ciascuna; se la tensione si disperde man mano che la narrazione procede, com’è inevitabile, la messa in scena è comunque esteticamente impeccabile e le scelte di casting risultano funzionali (Enzo Cerusico, Paolo Carlini, Emilio Cigoli, Elisabetta Carta, Renzo Palmer, Ettore Manni, Riccardo Garrone, Enzo Fiermonte – e ci sono anche Bruno Cirino nei panni di Picasso e Michele Mirabella in quelli di Apollinaire). Nota di merito anche per le musiche, firmate da Nino Rota. I toni drammatici sono di tanto in tanto stemperati, puntando sul lato assurdo della vicenda; com’è noto, Peruggia riuscì senza fatica a sottrarre il quadro dal Louvre e, dopo due anni di indagini a vuoto, ne propose la vendita a un mercante d’arte italiano, in pratica consegnandosi alla legge; in tribunale la sua unica difesa fu quella di agire per spirito patriottico, essendo la Gioconda un capolavoro italiano ingiustamente conservato in Francia. Castellani aveva diretto nel 1971 una colossale biografia di Leonardo da Vinci per la Rai: non è improbabile che l’ispirazione per questo film provenga da quell’esperienza. 6/10.
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