Regia di Robin Wright vedi scheda film
La rappresentazione dello strazio interiore di chi subisce un grave lutto richiede una capacità espressiva che manca pressoché integralmente a questo film. Poiché la sceneggiatura non ha la profondità, né emotiva né intellettuale, per esplorare l'annichilimento di un'anima, la regia si rifugia inevitabilmente nei silenzi. Ma anche questi non hanno nulla di evocativo. Esprimono di più gli splendidi paesaggi che gli attori sulla scena. La maestosa bellezza della natura, totalmente indifferente alle pulsioni umane, riesce infatti a rendere la misura della più irrimediabile delle solitudini. Nel complesso ho trovato il film superficiale e poco coinvolgente, persino noioso nella prima parte; in ogni caso fastidiosamente velleitario.
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