Edee, alle prese con insopportabili demoni interiori, è incapace di mantenere i contatti con il mondo che una volta conosceva e decide per tale ragione di ritirarsi nelle magnifiche ma spietate terre selvagge delle Montagne Rocciose. Dopo che un cacciatore del posto la salva dall'orlo della morte, Edee dovrà trovare un modo per tornare nuovamente a vivere.
Vero che 'Land's lovely vistas can't compensate for a hollowness at its center' come ricorda Rotten. Eppure, che altro è quell'hollowness se non parte della vita? A volte si crolla, e si rinasce. A volte è un attimo, e inaspettato. È così eccezionale che valeva la pena di essere raccontato? No, è normale, comune. Ma proprio per questo... 3*
Parte bene, con una base narrativa dal facile ma enorme potenziale, ma poi prende (inaspettatamente?) la strada del dramma / melo. Buono ma non ottimo. 6+
Un film che non riesce a fare un guizzo oltre la media, con la protagonista (che è anche regista della pellicola) che mette comunque passione in una storia incentrata sul senso di inadeguatezza e la difficoltà a ripartire dopo aver vissuto un trauma distruttivo come la morte di un figlio
Il primo film da director di Robin Wright parte da capolavoro ma via via strizza l'occhio allo spettatore meno esigente e così si appiattisce sui cliché del genere. I lutti familiari sconvolgenti non sono una novità del cinema ma qui, soprattutto nella prima ora, c’è una sensibilità particolare. Poi scivola nel sentimentalismo. Fotografia da Oscar.
L'elaborazione del lutto è una specie di sfida per la propria sopravvivenza, fisica e psicologica, e la storia di questa donna che si abbandona alla solitudine ce lo ricorda. A malapena avrà tagliato qualche volta l'erba in giardino... ce la farà ? Buona la regia, ma poca emozione. Voto 6 a malincuore.
Ambientato nei posti più belli degli Usa, quelli dove non ci sono gli statunitensi, e altresì valorizzato da un sapiente uso delle inquadrature è comunque un film che mette in fila i consueti espedienti retorici visti mille volte in questo genere di produzioni e che quindi collocano l'opera sostanzialmente nella media.
Un film sceneggiato non altrettanto bene rispetto a come è stato scritto: se la storia di Edee e Miguel, nelle poche parole che tra i due intercorrono, ha certamente molto da dire (ciò che è taciuto fa capolino e si palesa negli splendidi scenari montani egregiamente fotografati), la ripartizione tra la sua prima fase e la seconda (a dividere le due:… leggi tutto
La rappresentazione dello strazio interiore di chi subisce un grave lutto richiede una capacità espressiva che manca pressoché integralmente a questo film. Poiché la sceneggiatura non ha la profondità, né emotiva né intellettuale, per esplorare l'annichilimento di un'anima, la regia si rifugia inevitabilmente nei silenzi. Ma anche questi non hanno nulla… leggi tutto
La rappresentazione dello strazio interiore di chi subisce un grave lutto richiede una capacità espressiva che manca pressoché integralmente a questo film. Poiché la sceneggiatura non ha la profondità, né emotiva né intellettuale, per esplorare l'annichilimento di un'anima, la regia si rifugia inevitabilmente nei silenzi. Ma anche questi non hanno nulla…
Sebbene la Wright, che è sia la ptotagonista principale che la regista di questa recente pellicola, ci metta comunque un certo impegno e passione, il film sembra navigare in un mare in bonaccia senza vento. Alla base della pellicola le vicende di una donna che, dopo la morte del marito e de figlio in un tragico incidente, si ritira in un volontario eremitaggio in una baita sulle Montagne…
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Un film sceneggiato non altrettanto bene rispetto a come è stato scritto: se la storia di Edee e Miguel, nelle poche parole che tra i due intercorrono, ha certamente molto da dire (ciò che è taciuto fa capolino e si palesa negli splendidi scenari montani egregiamente fotografati), la ripartizione tra la sua prima fase e la seconda (a dividere le due:…
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Commenti (8) vedi tutti
Vero che 'Land's lovely vistas can't compensate for a hollowness at its center' come ricorda Rotten. Eppure, che altro è quell'hollowness se non parte della vita? A volte si crolla, e si rinasce. A volte è un attimo, e inaspettato. È così eccezionale che valeva la pena di essere raccontato? No, è normale, comune. Ma proprio per questo... 3*
commento di Karl78Parte bene, con una base narrativa dal facile ma enorme potenziale, ma poi prende (inaspettatamente?) la strada del dramma / melo. Buono ma non ottimo. 6+
commento di fra_pagaUn film che non riesce a fare un guizzo oltre la media, con la protagonista (che è anche regista della pellicola) che mette comunque passione in una storia incentrata sul senso di inadeguatezza e la difficoltà a ripartire dopo aver vissuto un trauma distruttivo come la morte di un figlio
leggi la recensione completa di galavernaIl primo film da director di Robin Wright parte da capolavoro ma via via strizza l'occhio allo spettatore meno esigente e così si appiattisce sui cliché del genere. I lutti familiari sconvolgenti non sono una novità del cinema ma qui, soprattutto nella prima ora, c’è una sensibilità particolare. Poi scivola nel sentimentalismo. Fotografia da Oscar.
commento di gerkotaL'elaborazione del lutto è una specie di sfida per la propria sopravvivenza, fisica e psicologica, e la storia di questa donna che si abbandona alla solitudine ce lo ricorda. A malapena avrà tagliato qualche volta l'erba in giardino... ce la farà ? Buona la regia, ma poca emozione. Voto 6 a malincuore.
commento di ezzo24Un buon esordio, molto intimista, per Robin Wright in cabina di regia.
commento di moviemanAmbientato nei posti più belli degli Usa, quelli dove non ci sono gli statunitensi, e altresì valorizzato da un sapiente uso delle inquadrature è comunque un film che mette in fila i consueti espedienti retorici visti mille volte in questo genere di produzioni e che quindi collocano l'opera sostanzialmente nella media.
commento di bombo1Fortunatamente la regia riesce a sopperire una scarsa sceneggiatura. Ottima l'interpretazione della Wright.
commento di gruvieraz