Trama
Lodo ha vent'anni e vive le difficoltà della sua età, tra un difficile rapporto con il padre e il tentativo di conquistare Giulia, la sua coinquilina di cui è follemente innamorato. Si esibisce con i MOB, una band indie, in un leggendario locale romano: il Morrison. Un giorno, casualmente, la strada di Lodo incrocia quella di Libero Ferri, ex rockstar dalla carriera in stallo, che cerca di ritrovare il successo ma finisce per chiudersi sempre di più in se stesso, trascurando la bella moglie Luna e vivendo isolato nella sua lussuosa villa piena di ricordi. Tra sogni, fallimenti, amicizia, amori tormentati e curiosi personaggi, il loro incontro diventerà uno stimolo reciproco ad andare avanti ma a tratti anche un difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto diversi.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
Federico Zampaglione, regista e frontman dei Tiromancino, parla del suo ultimo film Morrison – tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà scritto insieme a Giacomo Gensini – e girato in piena pandemia.
Parlando dalla fase di lavorazione del film Zampaglione ha dichiarato: "Ogni giorno arrivavo sul set conscio che poteva essere il giorno in cui si sarebbero potute fermare le riprese. Mi motivavo pensando che il film era stato fatto per impegnare le persone, le maestranze, in un modo costruttivo, in un momento in cui l'arte sta soffrendo tantissimo. Me lo ricorderò questo film, c'è voluto tanto coraggio e tanto amore per portarlo a termine, è stato un grido contro il buio. È servito sicuramente anche a me, per trovare qualcosa di positivo in cui impegnarmi durante quei lunghi mesi".
Rispetto all'adattamento dal romanzo al film, Zampaglione ha spiegato che "nella stesura della sceneggiatura scritta con Giacomo Gensini abbiamo tentato di mettere in luce l'emotività dei personaggi e di focalizzarci sui punti più salienti della storia. Non ho mai chiesto agli attori di leggere il libro, ero convinto che ne sarebbero stati sviati dato che nel libro la trama è più complessa mentre nel film cerco di puntare tutta l'attenzione sugli aspetti emotivi".
"Il film - racconta Zampaglione - descrive un confronto generazionale in cui il mondo dei giovani va a fare i conti con il mondo degli adulti; da questo incontro nascono diversi imprevisti, nel bene e nel male".
Parlando del suo lavoro di preparazione quotidiano al set, il regista racconta: "Quando lavoro cerco di essere molto preciso e cerco di arrivare sul set sempre con le idee chiare. Facevo le nottate per disegnare gli storyboard e la notte stessa mandavo i disegni al Direttore della Fotografia in modo che la mattina avesse già un'idea precisa su cosa sarei andato a fare".
Zampaglione confessa anche come abbia vissuto questo film come una prima volta, essendo assolutamente distante dai suoi lavori precedenti che si rifacevano al cinema di genere dark e horror. Rispetto ai i film precedenti, il regista spiega: "Mentre nel cinema horror cerchi di portare lo spettatore verso atmosfere e stati d’animo di paura, qui ho dovuto affrontare sfaccettature molto diverse. In Morrison è stato fondamentale approfondire le relazioni tra i personaggi, le amicizie e gli amori, le vittorie e i fallimenti. In questo senso, mi sono rifatto molto alla mia musica. Ho trasposto in questo film un immaginario emotivo e umano che in passato avevo sempre evocato solo nei miei dischi".
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Commenti (3) vedi tutti
A Zampagliò... c'hai rotto i coglio'
commento di Arch_StantonNon per essere cattivo, ma è veramente inguardabile.
commento di frankdeniroMi dispiace dirlo perché ho da sempre stima ma il film è veramente brutto
commento di riorob