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Pane e tulipani

Regia di Silvio Soldini vedi scheda film

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La recensione su Pane e tulipani

di steno79
8 stelle

Una commedia insolita, atipica per Silvio Soldini e per il cinema italiano, fu un successo inaspettato nella primavera del 2000 basato all’inizio sul passaparola, ma poi sempre più solido e duraturo anche nei molti paesi esteri dove è stato distribuito ed apprezzato. Coerente a livello tematico con i film precedenti dell’autore perché basato anch’esso su una figura femminile in crisi, che decide di fuggire da una situazione familiare disfunzionale con un’improbabile evasione in una Venezia popolata di figurine amene e bizzarre, il film riesce a coniugare il raffinato scavo introspettivo nella psiche femminile con un impianto di commedia libero dalle convenzioni imperanti nelle produzioni nostrane, con scarti surreali e volutamente kitsch che fanno pensare al cinema di Kaurismaki e perfino di Almodovar (molto divertente tutta la parte del pedinamento di Rosalba da parte di Costantino, che si improvvisa investigatore privato con esiti catastrofici che strappano spesso la risata del pubblico). Ben risolto anche il personaggio di Fernando Girasole, il cameriere islandese dal linguaggio forbito che incanta Rosalba con la sua estrosità e il suo pacato approccio nella seduzione, perfetto contraltare ad un matrimonio ormai soltanto “di facciata” e logorato da anni di incomprensioni e di corna neanche tanto nascoste. Licia Maglietta allora era la compagna anche nella vita di Soldini e trova in questa Rosalba il ruolo cinematografico della sua vita, perfettamente coadiuvata da un Bruno Ganz che sembra divertirsi rispetto ai suoi ruoli abituali, dal corpulento caratterista Giuseppe Battiston che in seguito farà molta strada, da una Marina Massironi che lascia il segno nella scena della confessione di Costantino e da Antonio Catania, viscido ma non troppo nel ruolo del marito. Quasi superfluo ricordare l’importanza della fotografia del mago delle luci Luca Bigazzi nel riprendere gli scorci di una Venezia lontana dai clichè turistici, nonché l’ariosa colonna sonora di Giovanni Venosta dove la fisarmonica ha un ruolo importante. Corretto l’accento pescarese dei figli della Maglietta interpretati da Tiziano Cucchiarelli e Matteo Febo.

Voto 8/10

 

 

 

 

 

 

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