Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Ho sempre tergiversato dinanzi agli osanna scaturiti da passaparola. E Pane e tulipani mi si ripresenta alla prova del nove come i peperoni arrosto ingurgitati la sera prima. Fenomeno di costume? Filmetto di nicchia per presunti cinefili afflitti da puzzetta sotto il naso? Robetta da sabato d'inverno al d'essai di quartiere, giusto propedeutico a cenetta seminotturna? Comunque la si metta la pellicola rimane impalpabile, scontata, dal sorriso stanco, dalla caratterizzazione forzata, dallo svolgimento fintomalinconico, elogio e manifesto della fuga voluta, desiderata e, per troppi versi, impossibile, ed infatti accartocciata su se stessa in avvitamento irreversibile, senza spasmi. Con Licia Maglietta più accorsiana del solito, Battiston sprecatissimo, Ganz didascalico. A sollecitare l'immaginario collettivo del resto basta poco: uno sfondo buonista, una situazione paradossale che stimoli spirito di ribellione e solidarietà per il senso di affrancamento che pervade la protagonista e la sua rivalsa su un affligente quotidiano, tutti elementi d'effetto, a condizione poi di riuscire a celebrare ravvedimento e redenzione in un acrobatico salvataggio di capra e cavoli (amore e senso materno). Una messa in scena che acchiappa. Che devo dì? Non m'ha acchiappato...
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