Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
Quando è il momento di intervenire bisogna farlo, e non temporeggiare prigionieri del proprio orgoglio o di chissà quali scrupoli. Poi sarà troppo tardi.
Praticamente è una screw-ball comedy ambientata nell'Ottocento in Italia, con un fondo di amarezza. Bogdanovich la dirige sobriamente, senza fretta e con attenzione, con l'ispirazione dei suoi anni migliori. Gli attori sono tutti all'altezza, e contribuiscono non poco alla resa generale. E' una pellicola basata sui dialoghi, che sono ben scritti, veloci e serrati come in un film di Howard Hawks (che sappiamo piacere a Bogdanovich). Non per questo l'ambientazione e i costumi sono accessori: possiamo ammirare diverse vedute, prima svizzere e poi italiane: un bel lago, vie cittadine di Roma, giardini, ruderi. Il tutto in veste non turistica o cartolinesca, ma se mai pittorica o da quadro a pastello.
I personaggi sono ben definiti, e hanno tutti la loro psicologia. L'errore principale che compie il protagonista è forse il salire in carrozza di quella donna velenosa e invidiosa, alla quale avrebbe dovuto avere il coraggio di dire un secco no. Da quell'atto mancato o da quella mancanza di fegato deriveranno per lui non poche conseguenze spiacevoli. Dopo di esso, sarà più difficile sterzare e invertire la marcia.
Bogdanovich trae da questo romanzo di Henry James un'opera pregevole che fa riflettere, che non vuole strafare ma che quello che fa, lo fa bene. Niente strizzatine d'occhio, niente mode, niente furbizia acchiappa-pubblico, ma intelligenza, misura e cura.
Forse è uscito in agosto in quache sala di periferia per la tipica meschinità della distribuzione, ma non si meritava l'oblio in cui è caduto. Io manco sapevo che esistesse fino a pochi giorni fa.
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