Regia di Martin Ritt vedi scheda film
Stupendo film spionistico tra i capisaldi del genere.
E' un bellissimo film spionistico cinico, pessimista, amaro e disilluso che, raccontandoci un'insidiosa guerra tra spie orientali e occidentali durante la Guerra Fredda, ci mostra un mondo pieno di trappole e trabocchetti, dove ognuno appare immorale, inaffidabile e sembra possedere una doppia (o tripla) faccia; un mondo dove i tradimenti e le congiure sono il pane quotidiano e dove non c'è posto per sentimenti sani come amicizia o amore. Ritt non prende le parti di nessuno dei due schieramenti in lotta e, se da una parte critica aspramente il freddo e totalitario regime comunista, dall'altro non risparmia bordate alla società occidentale, anch'essa persa in trame delittuose, criminali e disumane.
La vicenda è tremendamente tragica e l'atmosfera di per sé gelida si fa via via più tesa fino a raggiungere il culmine della tensione in un processo da incubo svolto in un tribunale improvvisato, in cui i giudicanti sembrano molto più simili ad automi che ad umani.
Richard Burton, nel ruolo di un agente inglese depresso e alcolizzato, che decide di intraprendere una difficile missione aldilà del muro di Berlino, è stupendamente intenso e coinvincente. Il finale è secco e amaro e resta estremamente impresso.
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