Regia di Gianni Serra vedi scheda film
Evelina, abbandonata con un figlio piccolo dal marito Ferrante, trova un secondo amore nell'avvocato Lello, da cui ha una bambina. Tuttavia il matrimonio precedente non viene sciolto e lei rimane la signora Morli. Passano gli anni e Ferrante fa ritorno; ed è un bel problema, perché Evelina, legalmente sua moglie, è ancora attratta da lui.
Teatro in televisione: Gianni Serra, regista intellettuale dalla ormai lunga frequentazione con il piccolo schermo, confeziona per il pubblico domestico una versione dell’opera pirandelliana La signora Morli, una e due, e lo fa mediando fra gli standard limitati del mezzo televisivo e quelli ancor più ristretti della messa in scena sul palco. Il risultato è un lavoro sicuramente encomiabile dal punto di vista della resa estetica, ma non esattamente frizzante o brillante per verve, ritmo, emozioni. I dialoghi e lo studio dei personaggi su tutto: l’adattamento firmato dallo stesso Serra non si discosta più di tanto dalla pagina dello scrittore siciliano e, quantomeno, l’occasione è buona per gli interpreti per farsi valere: il triangolo centrale del cast è composto da Marisa Malfatti, Emilio Bonucci e Paolo Graziosi. Curiosità: neppure vent’anni prima, nel 1972, la Rai aveva già prodotto una versione de La signora Morli, una e due, in quell’occasione per la regia di Ottavio Spadaro. 4/10.
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