Regia di Alessandro Gassmann vedi scheda film
Un film dal tocco palesemente teatrale che, anche se ispirato ad un testo di Maurizio di Giovanni, "trasuda" De Filippo da ogni inquadratura. Cosi', senza dir nulla del finale per certi versi inatteso, ma che si disvela progressivamente con una serie di indizi e tracce sempre più evidenti, si può a ragione definire "Il silenzio grande" un'opera valida, con l'unico difetto di una certa ridondanza (soprattutto nei dialoghi tra il protagonista e la domestica). Proprio quest'ultima, una Marina Confalone che proprio a De Filippo deve i tratti più riusciti della sua carriera sulle scene, è nei fatti tutt'altro che un ruolo di contorno anche se va dato atto a Gassman di attribuire al buon Massimiliano Gallo finalmente un ruolo non da comprimario come era stato finora. Cosi' la casa che si va svuotando dagli affetti e dalle persone, facendo nascere conflitti sopiti a lungo sotto la cenere, diventerà il set naturale di un disvelamento, di una nuova inattesa vita lontano da quelle vecchie mura che ne hanno custodito per tanti anni ogni sorta di tensione emotiva in un gioco di specchi dove ognuno cerca nell'altro colpe di un destino che sembra già segnato.
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