Regia di Alessandro Gassmann vedi scheda film
Lo scrittore Valerio Primic è in crisi economica, ma la sua vita stessa è in crisi. Lo scopre quando si ritrova costretto a vendere la sua lussuosa villa, più per scelta della moglie Rose e dei figli Massimiliano e Adele, che per volontà dello stesso Valerio. A confortarlo rimane sempre la fedele domestica Bettina.
Alla base de Il silenzio grande c'è il testo teatrale omonimo di Maurizio De Giovanni, che firma anche la sceneggiatura del lavoro insieme al regista Alessandro Gassmann e ad Andrea Ozza, con la collaborazione di Alessandro Regaldo; che tutto provenga dal palcoscenico si vede comunque bene, a partire dal fatto che pressoché l'intero film – poco più di cento minuti di durata – è ambientato in interni. Gli interni sono quelli della villa dello scrittore Valerio Primic, protagonista e oggetto, più che soggetto, della storia; ciò che ha principalmente risalto ne Il silenzio grande è infatti lo studio dei caratteri e delle interazioni psicologiche tra i personaggi che ruotano attorno al capofamiglia, determinandone il profondo stato di crisi. La spiegazione del titolo – un silenzio grande è un insieme di silenzi piccoli, quei momenti in apparenza ininfluenti nei quali si ritiene sia preferibile non parlare, lasciar correre – arriva verso tre quarti dell'opera ed è messa non a caso in bocca al personaggio a tutti gli effetti risolutivo, la governante Bettina; interessanti e profondi i contenuti, ma indiscutibilmente verboso e statico nel suo complesso il lavoro. Nel cast troviamo Massimiliano Gallo, Margherita Buy, Antonia Fotaras, Emanuele Linfatti e Marina Confalone, con un cameo dello stesso Gassmann. 5/10.
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