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Viaggio a Tokyo

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

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La recensione su Viaggio a Tokyo

di Thrombeldimbar
8 stelle

Viaggio a Tokyo è un film che ci riassume la realtà. È un viaggio aulico che traccia e disegna esperienze di vita condivisibili. Le nostre stesse esperienze, passate, presenti e future, metaforicamente tangibili, spiegate e raccontate con parsimonia cristallina da questo capolavoro del cinema moderno. Il maestro del cinema giapponese Yasujiro Ozu, ha sempre "viziato" involontariamente il suo pubblico, con uno stile registico personale ed autoritario, semplice ed elegante ma maniacale nella composizione della messa in scena degli ambienti interni. Il plot narrativo della sua sceneggiatura, asciutto e lineare è da sempre riconoscibile, si riflette fedelmente nella personalità stoica di Ozu; consacrandolo a pieni meriti come uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi.

 

La vita popolare quotidiana al centro di tutto..

                         

 Nel Giappone meridionale del dopo guerra, i due anziani coniugi Shukichi Hirayama (Chishu Ryu), Tomi Hirayama (Chieko Higashiyama), ansiosi di rivedere i propri figli decidono di intraprendere un lungo viaggio a Tokio. La prima visita è a casa del primogenito Koichi (So Yamamura), dove vengono accolti con referenza come era consueto fare nelle antiche usanze familiari giapponesi. Poi da Shige (Haruko Sugimura), l'altra figlia di professione parrucchiera. Shige offre una proposta allettante ai genitori di passare il fine settimana alle terme di Atami, che si rivelerà ben presto non essere una scelta adatta alle personalità dei due. A far nascere un po' di disagio negli animi di Shukichi e Tomi c'è però la paura di essere d'intralcio al corso quotidiano della vita dei figli, fatto di lavoro e sacrifici. Anche se il panorama dello skyline urbano della metropoli giapponese appaga la vista, cresce sempre più il desiderio ricorrente di tornare a casa..

 

Ozu, abile giocoliere nel presentarci una storia comune solo in superficie, è in realtà un'opera magnifica che sottolinea il disfacimento della famiglia ed il tramonto delle tradizioni in favore di una nuova società moderna e capitalista. Ma il pensiero di Ozu si focalizza sulla filosofia con distaccata freddezza limitandosi, e limitando i protagonisti della storia, ad essere spettatori senza una possibilità di redenzione. Dobbiamo accettare il fatto che il mondo sta cambiando ed ha scelto un sentiero irreversibile nel bene e nel male è l'insegnamento che predonina maggiormente.. Così i viaggiatori del nuovo mondo fanno visita a Noriko (Setsuko Hara), rimasta vedova di suo marito morto in guerra.

 

Noriko, di una gentilezza d'altri tempi sa come mettere a proprio agio Shukichi e Tomi, rincuorati dai piccoli disagi e dal Sakè... Dopo un po' di giorni passati lontano da casa ed un'esperienza da raccontare e ricordare, è giunta l'ora per i coniugi di far ritorno a casa. Il viaggio in treno però lungo ed estenuante mette a dura prova la salute già cagionevole di Tomi, che dopo pochi giorni dal ritorno morirà. 

 

La morte, il sermone, il ciclo della vita..

 

scena

Viaggio a Tokyo (1953): scena

La perdita di una persona cara è il concetto primario assorbito dalla trama, che funge da solvente per sciogliere le abitudini di una vita materiale, cinica, così il concilio di un'intera famiglia è completo, in sintonia.. La morte di una madre vista nell'ottica del regista, si materializza invece come una rinascita che abbraccia i valori universali del nucleo famigliare che partecipa addolorato ma unito alla scomparsa di un genitore. Ma il tempo è poco, e, quello che verrà cancellerà lentamente Tutto. È giunto il momento anche per i figli di tornare a casa, la vita moderna di tutti i giorni è già lì in attesa. Meglio non farla aspettare più del dovuto..

 

7-8/10

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