Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
VOTO 10/10 I coniugi Hirayama sono una coppia di anziani che, dopo tanti anni trascorsi in una piccola cittadina del sud del Giappone, decidono di andare a Tokyo per fare una visita ai loro figli. All'inizio passano qualche giorno dal figlio Koichi, un medico di quartiere che non ha il tempo di occuparsi di loro; poi si recano dalla figlia Shige, una parrucchiera piuttosto avara, che incarica Noriko (vedova di uno dei figli degli Hirayama, morto in guerra) di fargli visitare Tokyo. I due anziani passano una bellissima giornata con Noriko, una giovane generosa e accogliente; in seguito, per ragioni economiche Shige suggerisce di mandarli alla stazione termale di Atami, da dove i genitori faranno presto ritorno a causa dell'eccessiva stanchezza. Allora, la madre si sistema da Noriko, mentre il padre va a dormire dal signor Hattori, un vecchio amico del paese con cui passa una serata "alcolica": completamente ubriaco, viene riportato dalla polizia da sua figlia Shige. A quel punto, i due coniugi decidono di rientrare al paese, ma durante il viaggio di ritorno la madre ha un malore e, arrivata a casa col marito, cade nel coma. Tutti i figli con le loro famiglie arrivano presto al suo fianco, ma ormai è troppo tardi...
E' il film più celebre di Ozu e quello preferito dallo stesso regista. Un'opera all'insegna del pudore e della trasparenza, girata con stile austero e minimalista, di sapore più "orientale" rispetto ai grandi affreschi epici di Kurosawa. Le inquadrature sono quasi sempre fisse, con la macchina da presa posizionata spesso in basso, all'altezza dei personaggi accovacciati sul tatami: uno dei tratti stilistici ricorrenti nelle opere della maturità del regista, dove la messa in scena era divenuta sempre più depurata e scarnificata nel rifiuto degli effetti spettacolari. Il ritmo narrativo è piuttosto lento e perfettamente adeguato alla visione contemplativa dell'esistenza: emerge un sentimento di amarezza nella constatazione dell'egoismo e dell'indifferenza dei figli, ma non si tratta di una lamentela di tipo predicatorio, poichè la visione di Ozu resta improntata a una serenità di fondo che permette di accettare anche l'inevitabile solitudine e la morte. Attori splendidamente funzionali fra cui emergono almeno il grande Chishu Ryu, vero attore-feticcio del regista, e Setsuko Hara nel ruolo della nuora Noriko, uno dei più importanti del film poichè dimostra che la generosità e la sensibilità spesso albergano soprattutto nelle persone che hanno dovuto affrontare più difficoltà e sacrifici. Anche se scoperto tardivamente in Occidente, nel corso degli anni questo film è divenuto un classico indiscusso del cinema mondiale.
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