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Unidentified

Regia di Bogdan George Apetri vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Unidentified

di alan smithee
7 stelle

NOIR IN FESTIVAL 2021 

"Il diavolo è meno nero di come lo dipingono".

In una piccola città rumena, un poliziotto tenace ma dalla vita disordinata e subissato dai debiti, si intestardisce ad applicarsi e spendersi sulla soluzione di due casi che hanno visto due alberghi della zona vittima di roghi dolosi. Due episodi che il poliziotto non riesce a tenere isolati l'uno dall'altro, frustrato che il caso sia stato assegnato ad un collega in ferie, che trascura gli indizi e non si impegna come dovrebbe nella soluzione del caso.
Pertanto l'uomo, allontanato ufficialmente dal suo capo dall'occuparsi del caso, proseguirà di sua iniziativa l'inchiesta concentrando tutto se stesso verso una indagine in cui, poco per volta, comprenderemo pure noi spettatori il vero motivo che ha generato nell'uomo questo interesse ed attaccamento ai casi, o almeno ad uno di essi.

Tra  ironie e colpi bassi, Unidentified racconta le dinamiche di un crollo umano, di uno sbando e di un percorso verso il baratro di un uomo di giustizia che ha finito per farsi travolgere dall'emotività per devastare la su già complicata storia familiare e sentimentale, approfittando del proprio ruolo professionale per cercare una soluzione ad una dramma che si rivela sconvolto e pervaso anche da una sfortuna e da una beffarda ironia della sorte, in grado di scagionare il piano perfetto orchestrato dal poliziotto per arrivare alla conclusione della sua indagine.
Manipolatore, caratteriale, scostante e indecifrabile, Florin, interpretato validamente dal carismatico Bodgan Farsas - sorta di giovane Liam Neeson rumeno, si ostina a dirottare l'indagine su una verità che poi pretende corrisponda al vero, mettendo alla mercé persone innocenti che solo l'ironia della sorte riesce, loro malgrado, a trasformare in vittime innocenti.

La regia calibrata di Bogdan George Apetri, qui al suo secondo film da regista dopo Outbound,  si rifà alla tradizione di un cinema rumeno che non si cura delle dinamiche spettacolari anche quando la materia di fondo è un thriller dai risvolti macabri e neri.
La sceneggiatura lascia scientemente spazio a libere interpretazioni o a salti narrativi addossati tutti sullo spettatore e sulla propria capacità di sintesi e di collegamento, rendendo a tutti gli effetti il film un interessante esperimento di ibridazione tra autorialità estrema e genere, che si apre a momenti di ironia e grevità soprattutto ad inizio vicenda, grazie ai siparietti del protagonista, mentre affronta laconico e svagato le battutine razziste e grossolane del suo capo, proteso a sdrammatizzare i fatti accaduti e risoluto a lasciarli risolvere al collega svogliato del nostro uomo.
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